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Love Story, una vita dopo

Ryan O’Neal e Ali MacGraw di nuovo insieme. 45 anni dopo Love Story sono in teatro con Love Letters. Storia di una coppia di artisti che si è sempre rincorsa nella vita.

Love Story, una vita dopo
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3 Febbraio 2016 - 15.09


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di Francesco Troncarelli

Il volto appena truccato e soprattutto naturale come può essere quello di una signora di 76 anni che non è ricorsa al bisturi, con i capelli raccolti e imbiancati a cornice del dolce sorriso di sempre, lui, brizzolato e un po’ appesantito ma ancora in forma con i suoi 74 anni portati elegantemente le è accanto, la guarda e poi l’abbraccia con tenerezza come “quella volta” sul set mentre la platea si alza in piedi per tributargli un lungo e caldo applauso.

Ali MacGraw e Ryan O’Neal una vita dopo il loro più grande successo artistico, “Love Story”, sono di nuovo insieme a teatro e nei giorni scorsi sono tornati all’Università di Harvard, dove la pellicola era ambientata, per ripercorrere in una lezione-conferenza le loro carriere. Un evento a metà fra l’attualità e il costume che assume significati particolari e rinnova emozioni e ricordi legati a un film che ha fatto epoca.

Ryan O’Neal e Ali MacGraw: ieri e oggi[/size=1]

Diretto dal regista canadese Arthur Hiller nel 1970 e basato sulla sceneggiatura originale di Erich Segal (che contemporaneamente alle riprese scrisse il romanzo omonimo divenuto un best seller internazionale), il film fu il maggior successo della Paramount Pictures fino a quel momento. Narrava la storia d’amore fra un ragazzo ricco e bellissimo e una ragazza povera, e anche lei bellissima ma condannata da una malattia terminale, che naturalmente fece piangere milioni di spettatori in tutto mondo.

Il film ricevette 7 nomination (tra cui quella per il “Miglior Film”) e vinse l’ Oscar per la musica di Francis Lai, e fu il trampolino di lancio per le carriere dei due bravi e ad affascinanti protagonisti. Fatti i dovuti conti con l’inflazione, ancora oggi “Love Story” rimane uno dei maggiori incassi al box office americano. Celebre la frase sulla locandina del film «Amare significa non dover mai dire mi dispiace», che è diventata un cult.

Attualmente MacGraw e O’Neal sono in tour attraverso gli Stati Uniti con lo spettacolo teatrale “Love Letters” di Gregory Mosher, storia di due anziani amici che restano in contatto per oltre 50 anni attraverso lettere, brevi biglietti, cartoline. Una frequentazione epistolare da cui si capisce come fra Andrew e Melissa, la coppia di amici, ci sia un grande amore, nato sui banchi delle elementari, ma destinato a rimanere del tutto virtuale, attraverso le varie peripezie delle loro vite: matrimoni, figli, divorzi, carriere.

Love Letters” ha deuttato in anteprima a New York l’ottobre scorso, poi ha iniziato la tournèe a Los Angeles, per proseguire nei migliori teatri del paese. Ai botteghini ha registrato ovunque il tutto esaurito, con file sin dalle prime ore dell’alba, proprio come accadeva 46 anni fa con “Love Story”.
Ed ora eccoli qua Ryan e Alì, belli nonostante l’inevitabile trascorrere del tempo e bravi con il loro solido mestiere costruito negli anni, oggi come allora insieme. Da “Love Story” a “Love Letters” con una vita di mezzo sono sempre una coppia che funziona. E la avrebbero potuto essere anche fuori la scena e il set. Del resto fra loro c’è sempre stato un sentimento profondo fatto di stima reciproca e complicità sincera. Ma lei sposò il divo Steve McQuen, mentre lui si unì con la “Charlie’s Angels” Farrah Fawcett.

Ed entrambi poi, praticamente allo stesso modo dei protagonisti di “Love Letters”, hanno percorso la vita lontani l’uno dall’altra, attraversando gioie e dolori, figli, alcolismo, stupefacenti, infedeltà e addirittura lutti paralleli. Vedovo lui e vedova lei. Fino a ritrovarsi, ora, 45 anni dopo la prima volta, per un’ennesima stagione della loro story. Quella della maturità.

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