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Argot Studio, in scena 'Dall'alto di una fredda torre'

Vita e morte, destino e arbitrio, e soprattutto il contesto ricorrente della famiglia, degli affetti e dell'amore. Regia di Francesco Frangipane.

Argot Studio, in scena 'Dall'alto di una fredda torre'
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3 Gennaio 2015 - 09.22


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di Flavia Zarba

Vita e morte, destino e arbitrio, e soprattutto il contesto ricorrente della famiglia, degli affetti e dell’amore: questi sono i confini inesplorati del nuovo anno. Proprio dopo la Befana questo 2015 porterà, dal 7 fino al 25 gennaio, un nuovo spettacolo nelle sale di Argot Studio.

“Dall’alto di una fredda torre”, questo il titolo dello spettacolo teatrale, che prende avvio dal progetto Goldstein di Filippo Gili, con la regia di Francesco Frangipane e la partecipazione di Massimiliano Benvenuto, Ermanno De Biagi, Michela Martini, Aglaia Mora, Matteo Quinzi, Barbara Ronchi ci si aspetta una grande partecipazione.

Dopo il grande successo di “Prima di andar via”, lo spettacolo che è diventato un film diretto da Michele Placido, il duo Francesco Frangipane – Filippo Gili sembra infatti essere divenuto una garanzia. Il loro nuovo lavoro si propone di proseguire l’intenso percorso drammaturgico e teatrale attraverso una tappa in cui si continuano ad affrontare i grandi temi universali.

“È, per me, la naturale conseguenza di Prima di andar via: scritto molti anni dopo, ma come se si trovasse dietro la porta del primo. Perché se nel primo volevo raccontare la volontà di rivoltare un destino ‘millenario’, e farlo diventare il destino di un uomo e basta, in questa ‘fredda, alta torre’, si nega violentemente la qui ragionevolissima richiesta di farlo. L’assurdità della ragione di Francesco – commenta Filippo Gili – il protagonista di Prima di andar via, contro il ‘buon senso’ della vita, si ripete in Elena. Che scende in battaglia, a proprie spese, contro la più basica morale umana: quella che nel nome tanto umano dell’amore, patisce, osteggia, e oltraggia il nome, altrettanto umano, forse ancor più umano, della morte. Il punto che accomuna questi miei due scritti non è argomentale, né concettuale: è propriamente fisico, propriamente ‘tragico’; ed è quello in cui l’amore per il destino, e il suo odio, diventano la stessa cosa”.

Lo spettacolo ruota dunque attorno al destino di due genitori ignari del loro destino e a due figli piegati dal peso di una scelta ed il pubblico non può, in quest’occasione, essere un semplice spettatore ma si trova a condividere emozioni e stati d’animo, “Dall’alto di una fredda torre”.

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