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Gibellina è Capitale dell’arte contemporanea 2026

Dalla memoria del terremoto del Belìce alla gloria dell’arte, da città-opera a laboratorio per il futuro.

Gibellina è Capitale dell’arte contemporanea 2026
In foto, uno scorcio di Gibellina
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10 Gennaio 2025 - 16.51 Culture


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di Lorenzo Lazzeri

Gibellina, il piccolo centro siciliano che il terremoto del Belìce del 1968 aveva ridotto in macerie, oggi conquista la scena internazionale diventando la prima “Capitale italiana dell’Arte Contemporanea” per il 2026. A proclamarla è stato il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della Cultura Alessandro Giuli, durante una cerimonia che ha celebrato la capacità di una comunità capace di trasformare la tragedia in un’opportunità di rigenerazione artistica e civile.

La giuria, presieduta da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, ha motivato la scelta con parole che ne sono manifesto: “Gibellina è un simbolo di memoria, esempio di come l’arte possa rigenerare lo spazio urbano, coinvolgere le comunità e tracciare nuove prospettive per il futuro. È una città-opera e, al contempo, una città da abitare, capace di coniugare locale e globale, conservazione e innovazione. Una pioniera della rigenerazione urbana che ha saputo fare dell’arte contemporanea più di un ornamento, ma trasformarla in una sua identità essenziale.”

Il progetto vincitore, intitolato Portami il Futuro, sarà il filo conduttore di un anno di eventi quali: mostre, festival, interventi di riqualificazione e riflessioni sul rapporto tra comunità e paesaggio. Grazie al contributo statale di un milione di euro, Gibellina si trasformerà in un grande laboratorio a cielo aperto, dove l’arte contemporanea diventerà strumento per esplorare temi come sostenibilità, spazio pubblico e il capiente concetto di eredità culturale.

La città, nata sulle rovine del vecchio abitato, non ha mai dimenticato la sua origine. Il Grande Cretto di Alberto Burri, con le sue ferite cementificate, è l’epicentro di questa memoria artistica, mentre le opere di maestri come Pietro Consagra, Mimmo Paladino e Mario Schifano disegnano il nuovo paesaggio urbano. Ogni angolo di Gibellina racconta una storia di coraggio e creatività, dal Museo delle Orestiadi alle ceramiche di Carla Accardi che ornano il portico della piazza comunale.

Le motivazioni della scelta della giuria, maturata in piena autonomia:

La prima ‘Capitale italiana dell’Arte contemporanea’ con la sua candidatura offre al nostro Paese un progetto organico e solido, consegnando all’Italia di oggi un esemplare modello di intervento culturale, fondato su valori e azioni che riconoscono all’arte una funzione sociale e alla cultura lo statuto di bene comune. Per la sua capacità progettuale nel riattivare il suo straordinario patrimonio di opere, coniugando nel presente memoria e futuro, conservazione e valorizzazione, attenzione al locale e ambizione internazionale; per la sua capacità di coinvolgimento delle nuove generazioni e della cittadinanza tutta, interpellando il territorio più ampio sulla base di una comune consapevolezza civica, stringendo alleanze con istituzioni pubbliche e private, nazionali e transnazionali.

Questa designazione è un premio e una promessa. Gibellina non sarà semplicemente un luogo da visitare, ma un’esperienza da vivere, dove il passato dialoga con il futuro e l’arte si fa motore di una visione condivisa. La “Capitale dell’Arte Contemporanea 2026” non è un punto di arrivo, ma una nuova partenza: un richiamo al genio italiano che, nel cuore della Sicilia, trova una casa in grado di accogliere il mondo.

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