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Una "X" contro il razzismo negli stadi

L'incrocio delle due braccia all’altezza dei polsi a formare una X da parte di uno o più giocatori segnalerà l'insulto razzista all'arbitro che attiverà le tre fasi del protocollo

Una "X" contro il razzismo negli stadi
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6 Settembre 2024 - 13.00 Culture


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di Marcello Cecconi

Contro il razzismo negli stadi ci sarà una “X”. Lo ha stabilito la Fifa, l’organo che regola il calcio a livello mondiale, con l’introduzione di una misura unica e riconoscibile in tutto il mondo. Un semplice gesto attraverso un movimento di una parte del corpo, l’incrocio delle due braccia all’altezza dei polsi a formare una X di uno o più giocatori contemporaneamente, per segnalare all’arbitro la percezione di insulti razzisti durante la gara.

 “A seguito dell’approvazione unanime al 74° Congresso FIFA a Bangkok, Thailandia, il 17 maggio 2024, il gesto globale delle braccia incrociate per segnalare insulti razzisti diventa parte del protocollo calcistico in occasione della Coppa del Mondo femminile Under 20 Fifa Colombia 2024”, si legge nella nota FIFA diffusa il 30 agosto. Il gesto e il protocollo saranno adottati dunque in tutte le competizioni Fifa, inclusa la Coppa del Mondo per Club, e da giorni già sperimentata nel Mondiale femminile Under 20 in svolgimento in Colombia.

La stessa nota spiega come saranno articolate le tre fasi del protocollo ‘No Racism gesture’, che parte dal simbolo della ‘X’ fatta da uno o più calciatori. Al segna scatteranno le tre fasi. La prima fase è quella in cui l’arbitro deciderà se interrompere o meno il match e, nel caso di sospensione, come succede già oggi, partirà l’annuncio da parte dello speaker che spiegherà ai tifosi i motivi dell’interruzione. Se la situazione non dovesse placarsi, ecco la fase due: la partita sarà sospesa e il direttore di gara inviterà i calciatori in campo a rientrare negli spogliatoi. Se gli insulti razzisti continueranno ecco la fase tre che prevede il definitivo abbandono del match.

 “La lotta al razzismo è qualcosa che dobbiamo fare tutti insieme. – dice il presidente della FIFA Gianni Infantino – L’implementazione del gesto ‘No Racism’ alla Coppa del Mondo FIFA Under 20 femminile 2024 in Colombia è un primo passo fondamentale per dare potere alle giocatrici in tutto il mondo. Ora sancito nella procedura in tre fasi, non vediamo l’ora di vederlo implementato in tutto il mondo con il massimo effetto. Dobbiamo tutti collaborare con i governi e le autorità di polizia per far sì che coloro che minacciano di rovinare il nostro sport con il razzismo subiscano delle conseguenze. – e conclude – Ora stiamo prendendo misure risolute e inequivocabili”.

La scelta del simbolo ‘X’ centra più di un obiettivo, oltre a consentire l’immediata segnalazione in campo all’arbitro che, in altro modo, il rumore degli spalti potrebbe impederne la comunicazione, il gesto arriverà in maniera netta a tutti, in campo, sugli spalti e, attraverso gli schermi, a casa. Nessuno potrà evitare di vederlo.

La scelta del gesto, oltre che per la sua praticità, è avvenuta anche perché la ‘X’ fatta incrociando i polsi è universalmente riconosciuta come un gesto di rifiuto verso qualcosa. Una specie di emoji fisica ispirata dal vocabolario dei social. Dopo il gesto del piegamento verso il palmo della mano del pollice con le altre quattro dita in alto, per poi chiuderle a pugno coprendo il pollice stesso, usato dalle donne per chiedere aiuto in silenzio contro violenze e soprusi, ci affidiamo all’incrocio delle due braccia a formare una X come “gesto standard globale” contro il razzismo negli stadi.

Un gesto semplice ma significativo che la Fifa spera misura efficace contro quel razzismo che si manifesta spesso negli stadi nascondendosi nell’impunità della massa ma che poi, strisciante, penetra sempre più nella società.

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