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Claudio Simonetti compie gli anni in streaming: un concerto per festeggiare il compleanno con i propri fan

Claudio Simonetti, pianista, fondatore della celebre band dei Goblin, autore di colonne sonore ormai leggendarie, ha così deciso di festeggiare il sessantanovesimo compleanno

Claudio Simonetti compie gli anni in streaming: un concerto per festeggiare il compleanno con i propri fan
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Giuseppe Costigliola Modifica articolo

23 Febbraio 2021 - 15.13


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Il mondo dello spettacolo, si sa, è in agonia. In attesa della tanto sospirata ripartenza, gli artisti si ingegnano come possono per mantenere un legame con la propria arte, con il proprio pubblico – con la vita.

Claudio Simonetti, pianista, fondatore della celebre band dei Goblin, autore di colonne sonore ormai leggendarie, ha così deciso di festeggiare il sessantanovesimo compleanno regalandosi e regalando ai numerosi e affezionatissimi fan un concerto in streaming, trasmesso sulla sua pagina Facebook e su Instagram.

In un’atmosfera goliardica e conviviale, dialogando con appassionati, amici e artisti che interagivano con lui tra un pezzo e l’altro, Simonetti ha eseguito una lunga serie di brani entrati nella memoria collettiva.

Ad accendere le polveri è stato il tema di “Dèmoni”, dall’omonimo film di Lamberto Bava, seguito da quello di “Tenebre”, uno degli undici film di Dario Argento musicati da Simonetti in oltre quarantacinque anni di collaborazione, quindi è stata la volta de “L’alba dei morti viventi”, composto per il film “Zombi” di George Romero. A intervallare la sequenza di brani horror, si è materializzata una versione rockeggiante di un pezzo-tormentone che quarant’anni fa fece ballare anche i muri, “Gioca jouer”, portato al successo da quel furbone di Claudio Cecchetto, personaggio da tempo lontano dai riflettori, ma che ebbe più d’una stagione di grande popolarità.

Sempre secondo l’ottica dell’alternanza, Simonetti ha poi eseguito un brano struggente e dagli echi classicheggianti, “Planet Isabel”, dedicato a Isabella Ferrari e sigla della prima stagione di una trasmissione Rai che andò avanti per sei edizioni, dal 1981 al 1986, “Sotto le stelle”, il primo pezzo scritto dopo la separazione dai Goblin.

A questo punto Simonetti ha suonato una composizione del suo indimenticato padre, Enrico, il tema di “Gamma”, sigla di uno sceneggiato che furoreggiò a metà degli anni Settanta, introducendola con un aneddoto: il pezzo scalzò dal primo posto della classifica delle vendite la colonna sonora del film “Profondo rosso”, che occupava il vertice da ben sedici settimane: il primato rimase quindi in famiglia.

Dopo un medley composto da “Staten Island” (che compare nel lato B del 45 giri di “Planet Isabel”), “Halloween” (dall’album “X-Terror Files”) e il celebre tema dell’“Esorcista” di Mike Oldfield, è stata la volta di un altro trittico di successi tratti dai film omonimi, “Opera”, “Phenomena” e “Suspiria”, intervallato dalla intro della leggendaria “Firth of Fifth”, dei Genesis, gruppo che ha avuto un evidente impatto sulla musica del nostro.

Dopo un accenno d’improvvisazione, sono stati eseguiti “Dracula” (dal lungometraggio poco fortunato di Argento, ma dalla colonna sonora interessante, poiché Simonetti ha cercato di ricreare le sonorità dei celebri film della Hammer Production degli anni Cinquanta), il brioso “Torte in faccia” (da “Zombi”), la versione pianistica di “Roller” (che venne utilizzata nel film “Vampyr” di George Romero), “Death Eyes” da “Profondo Rosso”, “Non ho sonno” dal film omonimo di Argento, firmato dai Goblin riunitisi per l’occasione (correva il 2000), quindi “Il cartaio” (sempre da un film di Argento) e la trascinante “I love the piano”, un pezzo del 1983, per concludere con l’iconico tema di “Profondo rosso”.

A questo punto Simonetti ha dialogato con i fan, rispondendo affabilmente alle loro domande, prima di lanciarsi nei bis, con un medley di ricapitolo dei brani già suonati.

Quella di Claudio Simonetti è una musica che giunge da lontano, densa di riverberi e di sapori di un’epoca creativa irripetibile, eppure sempre suggestiva, com’è prerogativa dei classici. Grazie ad essa, e alla calda umanità del suo autore, per una sera abbiamo dimenticato la pandemia e i suoi problemi, aspettando di riassaporare la frizzante magia della musica dal vivo.

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