A 79 anni se n’è andato Chick Corea, tra i maggiori pianisti, tastieristi e compositori jazz e fusion che aveva suonato in dischi-caposaldo alla fine degli anni ’60 quali “In a Silent Way” e “Bitches Brew” di Miles Davis, con Stanley Clarke e poi creò una band come Return to Forever. È morto a New York per un tumore che ha scoperto recentemente di avere. All’anagrafe era Armando Antonio Corea: aveva origini italiane.
La notizia della morte è uscita sul suo profilo Facebook con un post con il suo commiato: “Voglio ringraziare tutti coloro che durante il mio viaggio hanno contribuito a mantenere vivo il fuoco della musica. Mi auguro che coloro che hanno sentore di poter scrivere, suonare e fare performance lo facciano. Se non lo fate per voi stessi almeno fatelo per noi. Il mondo non solo ha bisogno di più artisti, è anche molto divertente”. “Era un marito, un padre e un nonno amato, ed era un mentore e un amico per molti”, dice ancora il messaggio. Lascia la seconda moglie e il figlio Taddeus.
Chick Corea è andato oltre il jazz e un maestro del jazz-fusion. Ha suonato con Herbie Hancock, Gary Burton, Michael Brecker, Bobby McFerrin, Pat Metheny e molti altri grandi. Le cronache riportano che era vicino a Scientology. Vinse il primo Grammy Award nel 1976 per l’album “No Mystery” del suo gruppo di jazz fusion Return to forever, l’ultimo l’anno scorso per l’album “Antidote” con la Spanish Heart Band. Nel 1993 Pino Daniele lo chiamò per una nuova versione di “Sicily”, pezzo di Chick Corea che il cantautore napoletano incise nel suo album “Che Dio ti benedica”.