Barenboim neolaureato in politica: “Israeliani e palestinesi devono accettarsi, è l’unica via” | Giornale dello Spettacolo
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Barenboim neolaureato in politica: “Israeliani e palestinesi devono accettarsi, è l’unica via”

L’università di Firenze ha dato al direttore d’orchestra e pianista la laurea honoris causa in scienze politiche. Bizzarro? No. Il musicista: “Inutili le soluzioni politiche o militari senza riconoscersi”

Barenboim neolaureato in politica: “Israeliani e palestinesi devono accettarsi, è l’unica via”
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22 Giugno 2020 - 14.17


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“Gli israeliani devono accettare l’esistenza del popolo palestinese e viceversa, finché non si arriva a questo non ha senso parlare di soluzioni politiche”. Chi parla non è un diplomatico, un politico o un esperto di relazioni internazionali, è un neolareato molto speciale. È un musicista che, da decenni, agisce per la conoscenza reciproca tra popoli contro i pregiudizi. È Daniel Barenboim, direttore d’orchestra e pianista ai vertici della scena mondiale che, “commosso” come ammette lui stesso, ha ricevuto la laurea honoris causa in relazioni internazionali e studi europei dall’Università di Firenze nel Salone dei Cinquecento, riaperto dopo il “lockdown”, a Palazzo Vecchio. Una laurea a un musicista può apparire bizzarra, eppure bizzarra non è: l’ateneo ha riconosciuto all’unanimità l’azione lungimirante, concreta, al di là delle parole messa in atto da Barenboim insieme all’amico, intellettuale e scrittore palestinese-statunitense Edward Said (1935-2003) fondando nel 1999 la West-Eastern Divan Orchestra. Probabilmente ne avrete sentito parlare o qualcuno l’avrà forse ascoltata dal vivo: è una compagine che affianca giovani musicisti palestinesi, arabi e israeliani come esercizio all’ascolto e alla conoscenza reciproci. Il nome è ripreso da un canzoniere di Goethe ispirato alla poesia persiana, alla mistica islamica e al confronto-incontro tra letteratura occidentale e medio-orientale di cui stampò una bella edizione la Rizzoli Bur con il titolo Il divano occidentale orientale.

Parlando in italiano, senza interpreti, Barenboim ha messo i puntini sulle i: “La leggenda dice che è un’orchestra per la pace e come tutte le leggende non è vera. Said e io abbiamo creato la Divan perché eravamo della stessa opinione”. Dopo di che l’affondo: “Il conflitto israelo-palestinese non è politico, è un conflitto umano tra due popoli profondamente convinti di avere il diritto di vivere nello stesso piccolo pezzo di terra”. Quel diritto, asserisce l’artista, nato in Argentina da genitori ebrei, cittadino sia di Israele che della Palestina, lo hanno entrambi i popoli. Quello che manca è la comprensione e la disponibilità all’ascolto, ingredienti basilari in chi suona in un’orchestra rendendola quindi un esercizio al confronto: “Quel conflitto non è politico, è umano, perciò non si può risolvere né militarmente né politicamente. Quando si parla di soluzione creando due Stati o uno Stato binazionale non è la questione: bisogna che gli israeliani accettino l’esistenza del popolo palestinese e viceversa, finché non si arriva a questo non ha senso parlare di soluzioni politiche. Non è una questione di forza o di influenza internazionale, non serve a niente. Invece – esorta Barenboim nel maestoso salone – bisogna educare la gioventù, bisogna spiegare come si è arrivati a questo conflitto”.

Il direttore ricorda la storia, ricorda quali tappe portano all’oggi e trapela  quanto lo facciano soffrire l’ignoranza del passato e l’ignorare gli altri. Barenboim cita quindi il “bellissimo sogno” sionista di Theodor Herzl, giornalista ebreo austriaco (1860-1904, ndr) ma avverte che chi sostiene che il popolo ebreo è arrivato in Israele, “in una terra senza popolo per un popolo senza terra” dice “il falso”. Il guaio, constata, è che “non c’è un isrealiano oggi capace di ammettere questo come non c’è un palestinese capace di accettare che ebrei hanno diritti di essere lì. Tutte le negoziazioni non servono a nulla se non si arriva a una accettazione dell’esistenza e dei diritti dell’altro”.

È lo stesso Barenboim a spiegare il senso profondo della West-Eastern Divan Orchestra: “Il suo sviluppo musicale è stato aiutato molto dal governo dell’Andalusia, l’ultimo paese dove ebrei e musulmani hanno vissuto in pace insieme, e questo mi ha dato la possibilità di dare stipendi ai musicisti più talentuosi. L’idea dell’orchestra è cercare le molte cose che hanno in comune i musicisti, come l’accordarsi attraverso la coesistenza nei progetti, non attraverso la musica, e il conoscere l’altro senza essere necessariamente d’accordo. Lì tutti i musicisti sono d’accordo su cosa fare musicalmente, non sono d’accordo sulla narrazione ma sanno di doversi accettare e hanno imparato a viverci”. Finché sgombra la sua azione da facili slogan o formule generiche: “Non è un’orchestra per la pace, è contro ignoranza. Per questo qui ora sono molto commosso”. E mette in chiaro un altro elemento: “Il sindaco ha detto che sono un musicista politico. Non è esatto: sono un musicista, non un uomo politico. Non si deve mai utilizzare la musica per altro, neanche per buone azioni. La musica deve rimanere pura, con l’intelligenza e la capacità di imparare da altre discipline ma è un mondo sui generis che permette nei migliori momenti di esprimere e sentire emozioni che senza la musica non sono possibili incominciando dalla morte e dal nascimiento”.

Assisteva alla cerimonia l’amico e collega Zubin Mehta: direttore onorario a vita del Maggio musicale fiorentino, domani dirige a teatro Barenboim nel terzo concerto per pianoforte e orchestra di Beethoven in una serata già tutta esaurita per i 200 posti permessi dalle norme anti-covid. Per inciso: Mehta è presenza frequente della Filarmonica di Israele. Hanno introdotto e parlato delle ragioni del riconoscimento il sindaco Dario Nardella, il rettore Luigi Dei, il direttore del Dipartimento di Scienze politiche e sociali Luca Mannori, il presidente della Scuola di Scienze politiche “Cesare Alfieri” Fulvio Conti, mentre la “laudatio” è stata affidata a Luciano Bozzo, presidente del corso di laurea in Relazioni internazionali e Studi europei.

Il sito della West-Eastern Divan Orchestra

La notizia della laurea sul sito dell’università di Firenze

Il sito del Maggio musicale fiorentino

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