di Marco Buttafuoco
Murder Most Foul, l’assassinio più orrendo (è una citazione shakespeariana), si chiama così la canzone, assolutamente inedita, la prima dopo otto anni, che Bob Dylan ha diffuso oggi sul web. È dedicata all’assassinio di Dallas nel 1963 fi John Fitzgerald Kennedy. Ovviamente non è un pezzo musicale qualsiasi e non è nemmeno l’anteprima di qualche nuovo progetto discografico. Nei quasi diciassette minuti del brano, Dylan non parla solo di quel lontanissimo evento, che fu una specie di svolta nei ricordi individuali di chi lo apprese allora dalle concitate edizioni straordinarie, dei telegiornali, allora rarissime, allora in bianco e nero. Racconta anche i nostri giorni. Qualcuno (Andrea Cossu, in una approfondita analisi apparsa sul Giornale della musica) , scrivendo del pezzo di oggi, sottolinea come quell’evento fu come una sorta di perdita dell’innocenza, una tragedia epocale che pareva annunciarne altre, una svolta, uno di quegli avvenimenti che fanno dire che niente sarà più come prima.
È esattamente quello che stiamo vivendo oggi, la cupa sensazione di come il male, l’oscurità della storia, sembri venire, prima o poi a chiederci conto della nostra fragilità. Lo stesso Dylan fa riferimento ai nostri giorni in un breve testo che accompagna il file. “Saluti ai miei fan – scrive- con gratitudine per tutto il vostro sostegno e la vostra fedeltà nel corso degli anni. Questa è una canzone inedita che abbiamo registrato qualche tempo fa e che potreste trovare interessante. Rimanete al sicuro, restate attenti e che Dio sia con voi”.
Per citare lo stesso, imperdibile, articolo prima citato “Anche solo scoprire ogni citazione, ogni nuova canzone, ogni collegamento, ……, Murder Most Foul, prenderebbe dei giorni, e già circola una playlist di 64 brani menzionati o suggeriti dal testo”.
L’ascolto riporta immerge immediatamente in un’atmosfera da chiesa protestante americana. Murder Most Foul (è una sorta di ipnotico e sommesso sermone. O almeno così lo sente chi scrive queste righe, che ha percepito immediatamente un’eco lontana di Hard Rain’s A-Gonna Fall; ognuno, però, potrà ascoltarlo trovando qualcosa di personale, di intimo. È un pezzo magnifico, che forse sarà usato come colonna sonora da chi, un giorno, ricorderà il mondo agli inizi del 2020.