“Com’è profondo il mare” di Lucio Dalla in vinile (e con le Sardine) | Giornale dello Spettacolo
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“Com’è profondo il mare” di Lucio Dalla in vinile (e con le Sardine)

La Sony ha iniziato a pubblicare l’intera discografia del musicista con l’album del 1977 che include la canzone intonata nelle piazze

“Com’è profondo il mare” di Lucio Dalla in vinile (e con le Sardine)
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5 Dicembre 2019 - 18.42


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Com’è profondo il mare di Lucio Dalla, pubblicato nel 1977, è uno dei dischi più sfaccettati, belli e provocatori della musica italiana: la magnifica canzone che dà il titolo all’album, la geniale e irriverente Disperato erotico stomp, per dire solo due brani. È partita da questo disco l’iniziativa della Sony Music che a tappe quindicinali pubblica in vinile, nelle edicole, la discografia completa con 22 dischi del cantante bolognese. Da ricordare, come si premura di segnalare l’ufficio stampa, che Com’è profondo il mare viene cantata dalle Sardine nelle manifestazioni in piazza.

Cura l’iniziativa editoriale Paolo Maiorino, responsabile del catalogo Sony Music. Ogni album, avvisa la casa discografica, è accompagnato da un fascicolo con immagini, racconti e interviste ad amici e artisti con cui Dalla ha collaborato: da Renzo Arbore a Pupi Avati, da Luca Carboni a Carlo Conti a Fiorella Mannoia che, riferiscono le note stampa, ha detto: «Quando un grande artista come è stato lui se ne va, tendi ad andarti a riascoltare le sue canzoni con molta più attenzione e sensibilità di prima. Perché non vuoi perderne il ricordo, vuoi ritrovarlo tra le parole di una canzone, lo vuoi sentire più vicino a Te e credo sia un sentimento umano».

Come è profondo il mare, ha osservato Ron, «è un pezzo geniale, c’era una perfetta simbiosi con la musica, è ricco di inquietudine e paura per ciò che ci avrebbe riservato il presente ed il futuro, ma Lucio era bravissimo a mascherare tutto e riuscire persino a rassicurare (…). Una volta esaurita la collaborazione con Roversi, Lucio non volle più affidarsi a nessun altro. Era talmente elettrizzato all’idea di cominciare a scriversi da solo i testi, che quando poi di fatto iniziò si rese conto di essere peraltro molto bravo a farlo. In quel periodo era davvero felice (…). Lucio scriveva di continuo, di giorno o di notte, si divertiva come un pazzo».

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