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Jesi scopre Castelnuovo-Tedesco, compositore che fuggì dall’Italia razzista

Al Teatro Pergolesi “Aucassin et Nicolette” del 1938, “canta-favola” mai eseguita in versione italiana

Jesi scopre Castelnuovo-Tedesco, compositore che fuggì dall’Italia razzista
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31 Agosto 2019 - 11.19


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Mario Castelnuovo-Tedesco è un compositore che si va riscoprendo e viene sempre più spesso eseguito dopo anni di ingiusto oblio o rara esecuzione. Nato a Firenze nel 1895, morì a Beverly Hills in California nel 1968 dove lavorò molto per Hollywood: nel 1939 era dovuto fuggire negli Stati Uniti a causa delle leggi razziali perché il musicista era ebreo.

Benemerita quindi la proposta del Teatro Pergolesi di Jesi che, sabato sera 31 agosto, dà la prima assoluta della versione italiana di Aucassin et Nicolette, «cantafavola del XII secolo per una voce, qualche strumento e qualche marionetta» composta nel 1938. A seguire domenica 1° settembre Francesca Dego e Francesca Leonardi suoneranno la sua Ballade op. 107 per violino e pianoforte. Nelle due serate, avvisa la Fondazione marchigiana, è ospite la nipote del compositore, Diana Castelnuovo-Tedesco. Gli appuntamenti aprono il 19esimo Festival Pergolesi Spontini dal titolo “Futuro. Infinito”.

Se Castelnuovo-Tedesco ora viene eseguito più spesso è anche perché le Edizioni Curci in collaborazione con Cidim -Comitato Nazionale Italiano Musica vanno pubblicato le sue pagine inedite a cura di Angelo Gilardino.

Aucassin et Nicolette viene rappresentata con Flavio Emilio Scogna sul podio del Time Machine Ensemble, con regia di Paul-Émile Fourny, scene di Benito Leonori, light designer Ludovico Gobbi, voci dei soprani Chiara Ersilia Trapani e Evgenia Chislova e del mezzosoprano Martina Rinaldi. È una coproduzione con Opéra-Théâtre de Metz Métropole. Finora è l’opera è andata in scena soltanto nel 1952 al teatro del Maggio Fiorentino.

«Si tratta di un’antica chante-fable francese risalente al secolo XII: narra dell’amore tra due adolescenti che, superando ostacoli e traversie, giungono – diversamente dai loro celeberrimi coetanei shakespeariani – a un lieto fine della loro storia. Aucassin et Nicolette è un piccolo capolavoro», scriveva Gilardino in Mario Castelnuovo-Tedesco. Un fiorentino a Beverly Hills (Edizioni Curci), nella biografia citata dalla Fondazione Pergolesi.

La Fondazione Pergolesi Spontini

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