Laura Pausini: "Mi sento vicina alle azzurre, anche io ho lottato contro i pregiudizi maschilisti" | Giornale dello Spettacolo
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Laura Pausini: "Mi sento vicina alle azzurre, anche io ho lottato contro i pregiudizi maschilisti"

La cantante su La Stampa racconta di essere una grande tifosa della nazionale di calcio femminile: "Ho dovuto combattere come loro"

Laura Pausini: "Mi sento vicina alle azzurre, anche io ho lottato contro i pregiudizi maschilisti"
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18 Giugno 2019 - 14.42


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Per Laura Pausini il messaggio più importante della formazione di Sara Gama e delle altre è questo: la nazionale italiana femminile di calcio, portando la sua grinta e il suo talento in campo, gioca un ruolo fondamentale per sconfiggere i pregiudizi di cui, ancora oggi, sono vittime le donne. La cantante lo spiega in una lettera a La Stampa, in cui racconta di sentirsi molto simile a queste ragazze che stanno dimostrando a tutti che, al contrario di quello che si sente spesso dire, il calcio non è uno sport solo da maschi.

Mi rivedo moltissimo in Sara Gama e in tutte le atlete della nazionale, nei loro occhi, nella loro grinta e nella voglia di buttarsi a capofitto su ogni pallone come fosse l’ultimo da poter calciare nella vita. Anche per me ogni nota era importante, ogni parola, ogni canzone che cantavo, non per far sentire la mia voce ma per dare me stessa al pubblico. Ho dovuto combattere, come queste ragazze, contro la diffusa credenza che la musica femminile, come lo sport femminile, non possa suscitare lo stesso interesse di quella fatta dai colleghi maschi. Eppure non è così.

 La cantante sa che molte delle ragazze che vestono la maglia azzurra sono sue fan. E, proprio per questo, ha colto l’occasione per invitarle a uno dei concerti che farà con Biagio Antonacci negli stadi. Vorrebbe conoscerle tutte, spiega, raccontando poi con quanto orgoglio sta seguendo ogni loro partita. Spera che queste giovani calciatrici siano d’esempio a sua figlia Paola, che ha 6 anni e una grande passione per la ginnastica artistica.

Non mi sento femminista, ma credo in un mondo di pari opportunità, un mondo meritocratico, che apra le stesse strade per tutti, a prescindere dal genere e da qualsiasi altra peculiarità, se non il talento, la volontà, la determinazione.

Poi l’augurio a quelle che lei definisce “leonesse”:

Grazie per l’emozione e per come state contribuendo ad abbattere inutili pregiudizi che speriamo in un futuro prossimo di raccontare solo al passato.

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