Una scelta personale che, però, è foriera di tensioni in un momento di crisi nei rapporti tra stato di Israele e palestinesi: al termine di un percorso spirituale di quattro anni la nota cantante pop araba Nasrin Kadri si è convertita all’ebraismo e ha celebrato l’evento con una cerimonia al Muro del Pianto di Gerusalemme, seguita da un’abluzione secondo il rito ebraico.
In questa occasione ha assunto il nome ebraico di Bracha, ossia Benedetta.
La sua conversione è stata salutata sul web con 18 mila messaggi di felicitazioni da parte degli ammiratori ebrei. Ma ora, a quanto pare, dove misurarsi con una serie di contrattempi a partire dalle tensioni in famiglia dove la conversione di Nasrin, cresciuta da musulmana, è stata osteggiata. Inoltre un movimento ebraico di estrema destra, Lehava, l’ha presa nel mirino sostenendo che il rabbino che l’ha convertita non era stato autorizzato dal rabbinato.
Il nodo della questione, è stato spiegato, è che per l’ortodossia ebraica una donna davvero timorata non può mai esibirsi in pubblico. Per essere considerata ebrea a pieno titolo dopo la conversione Nasrin dovrebbe rinunciare alla carriera artistica. La vicenda ha innescato sul web un dibattito appassionato.
