Giancarlo Cauteruccio, regista da sempre attento ai temi dell’immigrazione, del sud Italia, dei temi civili, calabrese trapiantato in Toscana, dedica la sua installazione vivente che nel foyer introduce l’opera contemporanea “Infinita tenebra di luce” a Soumaila Sacko, il maliano assassinato a San Calogero in Calabria.
Un gesto piccolo? Simbolico? Certo. Però pensate al silenzio, finora, nella serata del 4 giugno, di chi guida gli Interni oggi.
La “prima” dell’opera, commissionata dal Maggio Musicale Fiorentino al compositore Adriano Guarnieri per l’ottantunesimo festival, è andata in scena al teatro Goldoni in prima mondiale domenica 3 giugno. Si replica martedì 5 e venerdì 8.