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Morto Aharon Appelfeld: sfuggito all'olocausto, raccontò la Shoah

Aveva 85. Bambino finì in campo di concentramento, da cui fuggi per finire a fare il cameriere per l'Armata rossa. Finì in Palestina, perchè ''era l'unico posto in cui noi orfani potevamo andare''

Morto Aharon Appelfeld: sfuggito all'olocausto, raccontò la Shoah
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4 Gennaio 2018 - 11.49


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Si è spento ad 85 anni, a Gerusalemme, lo scrittore Aharon Appelfeld, sopravvissuto all’Olocausto ed una delle voci più importanti nella letteratura israeliana. Aveva ricevuto il Premio Israele nel 1983 e il Premio Medici nel 2004. Ad annunciare la morte sono stati i parent di Appelfeld, i cui lavori, in gran parte dedicati alla vita ebraica in Europa prima e durante l’Olocausto, sono stati tradotti in diverse lingue.
Era nato nel 1932 in un villaggio nei pressi di Czernowitz, città rumena oggi in Ucraina, da una famiglia ebrea. La madre fu uccisa dai nazisti e lui, ancora bambino, deportato con il padre in un campo di concentramento. Riuscito a fuggire da solo nel 1942, sopravvisse nelle foreste, “adottato da una banda di criminali ucraini”. Fu poi aiutato dalle truppe sovietiche e divenne un “cameriere” per nove mesi per l’Armata Rossa, che lasciò nel 1945. Emigrò in Palestina un anno dopo. “Nessuno voleva orfani in Europa. L’unico posto in cui potevamo andare era la Palestina “, ha detto lo scrittore in un’intervista. Aharon Appelfeld trovò suo padre, anche lui sopravvissuto della barbarie nazista, nel 1957 in Israele.
Il suo primo libro fu pubblicato nel 1962 e sarà seguito da oltre quaranta romanzi e raccolte di poesie (tra cui ”Paesaggio con Bambina”, ”Il ragazzo che voleva dormire” e ”Il partigiano Edmond”, in italiano pubblicati da Guanda).
Aharon Appelfeld rifiutava di essere classificato come scrittore della Shoah anche se aveva dato voce a coloro che non erano sopravvissuti. “Non puoi essere uno scrittore di morte. La scrittura presuppone che tu sia vivo “, aveva detto.

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