“Senza Tony Allen non ci sarebbe stato nessun Afrobeat”. Lo dichiarò il maestro del genere, Fela Kuti, musicista nigeriano, geniale, che intrecciò l’afrobeat ai diritti politici negati e che ebbe Tony Allen come direttore d’orchestra. Batterista, compositore, inventore di suoni e ritmi, 77 anni, due settimane fa ha suonato con Jovanotti a “Che tempo che fa” di Fabio Fazio. Con il suo sound carico di funk, pop e uninfinità di influssi Allen venerdì 16 fa l’unica tappa italiana di questo scorcio d’anno: è in concerto per il Festival “Musica dei popoli 2017 – In viaggio…” all’auditorium Flog W Live di Firenze, con la sua band scatenata.
Tony Allen ha collaborato, tra i tantissimi artisti, negli ultimi anni con Damon Albarn (Blur), gli Air, Flea (Red Hot Chili Peppers), Paul Simonon (era colonna dei Clash), Ray Lema, Archie Shepp, Zap Mama. Quest’anno ha pubblicato due nuovi album: “The Source” dai sapori Afrobeat/Funk, e uno speciale tributo a uno dei suoi miti: il batterista jazz Art Blakey e la sua leggendaria band, i Jazz Messengers.