Azzurro compie 50 anni con Paolo Conte in tour | Giornale dello Spettacolo
Top

Azzurro compie 50 anni con Paolo Conte in tour

Lanciato da Celentano nel 68, è diventato un successo internazionale. Il cantautore si esibirà a Caracalla per festeggiare l’anniversario del brano che gli ha dato la notorietà

Azzurro compie 50 anni con Paolo Conte in tour
Preroll

Francesco Troncarelli Modifica articolo

8 Novembre 2017 - 16.21


ATF

Sembra quand’ero all’oratorio,
con tanto sole, tanti anni fa.
Quelle domeniche da solo
in un cortile, a passeggiar…
ora mi annoio più di allora,
neanche un prete per chiacchierar…

Saranno le Terme di Caracalla a Roma, a fornire la suggestiva cornice all’unica data italiana del tour di Paolo Conte, prevista per la prossima estate. Il cantautore astigiano si esibirà infatti nella Città Eterna il 14 giugno 2018 in occasione dei 50 anni di “Azzurro”, il suo primo grande successo  che nell’interpretazione di Celentano, esplose esattamente mezzo secolo fa nella classifica dei dischi più venduti.

Sarà praticamente un evento nell’evento, che è stato annunciato dallo stesso artista nella sua pagina Facebook, suscitando immediatamente un enorme interesse. Ad accompagnare l’avvocato della Canzone durante lo show, ci sarà un’orchestra composta da musicisti d’eccezione ed ospiti speciali,  Il live si baserà sui brani più noti della sua carriera, riproposti recentemente nel nuovo album “Zazzarazàz – Uno spettacolo d’arte varia”, ed avrà in “Azzurro” il momento clou, tra emozioni, ricordi ed atmosfere passate da rivivere col pubblico.     

 

L’esordio di Conte come autore per Celentano risale al 1966. Al Clan era arrivato grazie a Roby Matano leader del gruppo i Campioni (dove esordì un giovanissimo Lucio Battisti) e il primo pezzo che compose insieme a Mogol e Miky Del Prete, era intitolato “Chi era lui”, pubblicato come lato B de “Il ragazzo della via Gluck”. Il pezzo che parlava di Gesù, presentava le tipiche atmosfere pianistiche che in seguito identificheranno le canzoni di Conte.

Poi l’avvocato con la passione per il jazz, firmerà le musiche dei due successi degli anni successivi del Molleggiato: il primo, insieme al concittadino Michele Virano) è “La coppia più bella del mondo” del 1967, dove il testo di Beretta e Del Prete elogia il matrimonio e la vita di coppia con gli ormai consueti toni predicatori (che si attireranno le accuse di antidivorzismo), mentre la musica si trasforma da un’introduzione lenta a un valzerone da balera.

Il secondo brano è “Azzurro” che pubblicato nel fatidico maggio del “68 nell’omonimo album e poi nel 45 giri insieme a “Una carezza in un pugno”, arriva il 15 giugno subito in testa alla Hit Parade di Lelio Luttazzi restando poi per tutta l’estate nelle prime dieci posizioni e farà esplodere Paolo Conte come musicista di livello.

Qui la musica non è in linea con quelle del momento (non è un rock, non è un lento, non è una ballata, non è un liscio) ma ha i ritmi della marcetta. Si abbina a un testo che il giornalista Vito Pallavicini pare aver scritto su misura per Celentano, in quanto racchiude tutte le sue tematiche, dall’amore all’ecologia passando per la religione, unite dalla cornice del celebre ritornello dotato di grande carica ritmica e sonora grazie all’arrangiamento originale e moderno di Nando de Luca, ex batterista di Luigi Tenco..

“Azzurro” è un brano che parla d’estate, ma non presenta gli ingredienti tipici delle canzoni balneari come ad esempio “Luglio” di Riccardo Del Turco e “Ho scritto t’amo sulla sabbia” di Franco IV e Franco I, lanciate contemporaneamente al disco del Clan. L’estate di Celentano e Conte non si trascorre al mare, ma in città, dove si aggira un uomo che vorrebbe evadere, e forse non solo dal suo giardino, ma è frustrato da desideri e pensieri che “vanno all’incontrario”.

« Quando uscì ‘Azzurro’ –ha ricordato Conte-, ci fu una levata di scudi perché andava controcorrente rispetto ai ritmi dell’epoca. Sogghignarono in molti, ma io me ne infischiavo perché avevo applicato a quella canzone degli echi poetici che fanno parte della nostra sensibilità. Fui capito dal pubblico: ‘Azzurro’ ebbe un grande successo. Tutte le mie canzoni nascono con questo spirito: scrivere una musica un po’ fuori moda, un po’ segreta, che vada a cercare in fondo a noi le risonanze della nostra identità… »Negli anni, “Azzurro” è entrata nell’immaginario collettivo ed è diventata, oltre che il cavallo da battaglia di Celentano, uno degli “evergreen” della nostra musica ed uno dei brani italiani più diffusi nel mondo insieme a “O sole mio”, “Nel blu dipinto di blu (Volare)” e “ Caruso”. E’ stata interpretata da moltissimi artisti, da Mina al jazzista Giorgio Gaslini, da Gianni Morandi a Tonino Carotone, da Fiorello agli Skiantos, ma il suo autore Paolo Conte ha sempre avuto una certa ritrosia nel cantarla di persona.

Solo nel 1985, con oltre dieci anni di carriera solista alle spalle, l’avvocato di Asti ha inserito il brano in un suo disco (“Concerti”, 1985), in una versione dal vivo e piuttosto abbozzata che si discosta da quella originale. Probabilmente perché, come ha sempre ricordato, ritiene che la voce ideale per cantare quel brano sia proprio quella di Celentano. Nel 1998  Conte ha inciso una versione in studio del pezzo che l’ha portato all’attenzione generale, scegliendo ancora una volta un arrangiamento pianistico ed essenziale. Adesso per il cinquantenario, la sorpresa con l’interpretazione del suo “Azzurro”.

 

Native

Articoli correlati