Vestitevi di nero o color pesca e applaudite Prince | Giornale dello Spettacolo
Top

Vestitevi di nero o color pesca e applaudite Prince

A trent’anni di distanza dalla sua prima uscita al cinema e a un anno dalla prematura scomparsa di Prince è in arrivo nelle sale “Sign o’ the times”, il film-concerto diretto dallo stesso artista

Vestitevi di nero o color pesca e applaudite Prince
Preroll

GdS Modifica articolo

10 Ottobre 2017 - 14.43


ATF

A trent’anni di distanza dalla sua prima uscita al cinema e a un anno dalla prematura scomparsa di Prince, arriva nelle sale di tutto il mondo distribuito da Nexo Digital in versione restaurata digitalmente “Sign o’ the times”, il film diretto dallo stesso Prince. Un appuntamento per celebrare il talento di Prince e per offrire al pubblico sparso in tutto il pianeta la possibilità di riunirsi negli stessi giorni, solo il 21 e 22 novembre (elenco delle sale a breve su www.nexodigital.it), per ricordarlo e godere ancora una volta della sua musica e della sua straordinaria arte. 

Così un concerto che è già entrato nella storia della musica torna nelle sale per raccontare a 30 anni di distanza quanto sia immortale e rivoluzionaria l’arte di Prince. Ancora una volta, oggi come allora, l’invito per i fan sarà quello di vestirsi color pesca o di nero, come per i concerti dell’epoca. 

Il 1987 è un anno impresso nella memoria di tutti i fan di Prince: l’artista di Minneapolis è infatti reduce dalla pubblicazione di tre album di grande successo a nome Prince & The Revolution, la band di incredibili musicisti e performer che lo affianca live e in studio: dopo aver conquistato la vetta delle classifiche con la colonna sonora del film “Purple rain” (1984), aver pubblicato a seguire il suo album più colorato e variopinto  “Around the world in a day” (1985) e concluso la trilogia dei Revolution con l’album “Parade” (1986), colonna sonora del film “Under the cherry moon” nella quale è contenuta una sua hit planetaria, “Kiss”, Prince sorprende tutti tornando alla ribalta con un doppio album inciso quasi da solo e destinato a diventare uno dei suoi massimi capolavori. 

Si intitola “Sign o’ the times”, esce a nome del solo Prince e, preceduto dalla pubblicazione del singolo omonimo, è il disco che contiene il suo più grande sforzo in termini di songwriting e di performance, un viaggio straordinario nel suo universo musicale che si espande in tutti i generi musicali, dal rock al soul, dal funk alla ballad spirituale, mentre i testi sono un condensato di tutte le principali tematiche della sua poetica – sesso, spiritualità, amore, gelosia, rimpianti, paura, speranza – incrociate al racconto di un decennio, quello degli anni ’80, che è sullo sfondo di tutta la narrazione.  

Il 1987 è anche l’anno in cui Prince decide, per la prima volta, di venire a suonare in Italia e lo fa per quattro concerti, il 7, 8, 9 e 11 giugno al Palatrussardi di Milano. Il tour di “Sign o’ the times” ha un dresscode preciso: “Vestitevi tutti color pesca… o nero”, chiedere l’artista, e il suo pubblico risponde con entusiasmo alla richiesta. Perché al Prince del 1987 non si può resistere.  

Il 1987 è anche l’anno in cui Prince di “Sign o’ the times” realizza un film concerto, che mette eloquentemente a fuoco quale fossero la carica vitale, la forza d’impatto musicale e il carisma da entertainer del “folletto di Minneapolis”: sostenuto da una band nuova di zecca e in grado di padroneggiare qualsiasi situazione  Prince propone il meglio del doppio album inframmezzandolo a jam session e omaggi (come quello al jazzista Charlie Parker) che hanno al proprio centro un amore a 360° per la musica e per la performance. Il film di “Sign o’ the times” lo battezza e lo consacra di fronte al suo pubblico come uno dei più grandi musicisti e compositori di tutti i tempi, in grado di conquistare la stima di mostri sacri della musica come, tra gli altri, Miles Davis.

 

Native

Articoli correlati