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Herbert Stencil, il cantautore ingegnere sbarca al Karel Music Expo

Dopo "1977", pubblicato su YouTube lo scorso 31 gennaio come lancio del disco "2017", per Herbert Stencil arriva il secondo videoclip del nuovo album.

Herbert Stencil, il cantautore ingegnere sbarca al Karel Music Expo
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26 Settembre 2017 - 11.34


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di Margherita Sanna

Francesco Frau, in arte Herbert Stencil, è un cantautore isolano che ha al suo attivo molte collaborazioni, dischi, e video. Il suo stile, un mix pop e cantautoriale, è facilmente distinguibile e orecchiabile. Lunedì mattina è uscito su youtube il suo nuovo video, “A casa di amici un giorno incontrai”, irriverente e provocatorio come sempre. Il 6 ottobre Herbert Stencil si esibirà al Karel Music Expo, a Cagliari, un’occasione per gustarsi le sue canzoni live. L’abbiamo intervistato per conoscerlo meglio e ci ha letteralmente travolto con la sua fantasia ed esuberanza.

Chi è Herbert Stencil? Cantautore, poeta, musicista? Quante e quali anime abitano in te?

Per tanto tempo mi sono chiesto quale sia la mia vera natura … impiegato … amico … intrattenitore … cantautore … Beh, penso che tutto dipenda dal momento della giornata e dai sogni che ho fatto la notte precedente. È come il gioco delle 3 carte: non sai mai cosa puoi pescare!

Ti vedremo fra poco al Karel Music Expo. Com’è nata questa collaborazione?

Sono molto emozionato e naturalmente onorato di poter partecipare al Kme (è la mia seconda apparizione dopo quella del 2015). Che dire, darò il massimo e ci butterò il cuore dentro. Canterò il mio nuovo disco “2017” sperando che in chi mi ascolta nasca la curiosità di seguirmi anche su Spotify e Soundcloud o (perchè no!) su compact disc!

Parliamo un po’ della tua musica: com’è nata questa passione? Come sei riuscito a farne un lavoro? Ma soprattutto: riesci a viverne?

È da quando ero un bimbo che ho sentito l’urgenza di cantare, ovunque e sempre. Non appena ho imparato a torturare la chitarra ho anche iniziato a scrivere delle mie canzoni (era il ’95 forse), ma per raggiungere una forma che mi piacesse ho atteso circa 15 anni. Per scommessa ho deciso di registrare qualcosa (il mio primo EP, nel ’13). Poi ho avuto la fortuna di conoscere un mago della produzione musicale, il mio caro Giuseppe Aledda, e con lui ho prodotto “I gelati alla moda”, LP del 2015. L’incontro con Francesco Accardo e la sua etichetta “Le Officine” ha poi suggellato la nascita del mio secondo LP “2017”, pubblicato quest’anno. Devo dire che per fortuna non faccio musica per sfamarmi, ma per sfamare la mia curiosa fantasia. Il mio vero lavoro è abbastanza routinario (faccio l’ingegnere) ma è un ottimo modo per tenere i piedi per terra e soprattutto per fare la spesa più di una volta alla settimana.

Da cosa trai ispirazione?

A volte quando sono nel dormiveglia immagino nuove canzoni. A volte le immagino quando sto al pc in ufficio, oppure mentre leggo un libro di David Foster Wallace. O, anche, quando un’improvvisa telefonata mi sveglia il sabato pomeriggio e, dopo una ragionevole incazzatura per il sonno perso, prendo la chitarra e mi metto a scrivere.

Qual è la metafora del tuo nuovo videoclip “A casa di amici un giorno incontrai”?

Il mio nuovo singolo “A casa di amici un giorno incontrai” racconta, fuor di metafora, un’ossessione abbastanza chiara, che percepisce immediatamente chiunque ascolti il pezzo: l’adorazione per la pornografia, unico baluardo ludico rimasto in piedi in questo mondo che rovinosamente decade, e la ricerca della stessa in vari momenti della giornata, estesa a partire dall’adolescenza fino all’ultima goccia della nostra vita.

Che progetti hai per il prossimo futuro? Ci sono in cantiere nuovi album?

Dopo questo disco non scriverò più niente, mi ritirerò in un eremo, smetterò anche di fare l’ingegnere e vivrò di preghiere ed opere di bene. A parte gli scherzi, mi auguro che questo sia solo il secondo di un’interminabile serie di album. Al momento ho già in mente un titolo.

Si può fare musica in Sardegna? In che modo? Risulta più difficile rispetto ad altre realtà della penisola?

Fare musica in Sardegna: dipende da che cosa si cerca, dalle ambizioni che un musicista può avere. Di certo il Mar Tirreno non è un semplice ostacolo fisico. A volte mi sembra che mentalmente ci limitiamo pensando di essere inferiori al resto che ci circonda, e questo sfocia spesso in vittimismi ed autoesaltazioni. Una via di mezzo più cosciente e razionale, con la consapevolezza dei limiti inferiori e superiori, potrebbe portare a grandi risultati per noi isolani!

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