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L'orchestra afghana di donne: dalle minacce di morte a Davos

A guidarle, Negina Khpalwak, 20 anni tra poco, un carattere indomito e una grande passione per la musica.

L'orchestra afghana di donne: dalle minacce di morte a Davos
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18 Gennaio 2017 - 15.15


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Si esibiranno venerdì al World Economic Forum di Davos davanti al gotha mondiale riunito in Svizzera saranno le 35 musiciste dell’orchestra ‘Zohra’, la prima formazione tutta al femminile dell’Afghanistan. Di età compresa tra i 13 e i 20 anni, cresciute in una nazione perennemente in guerra, sottoposte a rigidi costumi sociali, hanno dovuto affrontare l’ostilità delle famiglie, prima ancora che del Paese.

A guidarle, Negina Khpalwak, 20 anni tra poco, un carattere indomito e una grande passione per la musica. Al suo fianco, diversamente da tante, ha sempre avuto il padre, che l’ha sostenuta anche contro la sua stessa famiglia. “La nonna lo ha minacciato, se la lasci andare alla scuola di musica, non sarai più mio figlio”, ha raccontato la giovane, ricordando la minaccia che le ha rivolto lo zio, “se ti incontro, ti uccido, sei una vergogna per tutti noi”.

Dalla provincia natia di Kunar, nell’Afghanistan orientale, la famiglia di Negina si è trasferita nella capitale Kabul, dove la ragazza ha potuto studiare musica, arrivando a condurre l’orchestra Zohra, creata da Ahmad Sarmast, musicologo e fondatore dell’Istituto nazionale della musica (Anim).

Una condizione durissima, quella delle ragazze afghane: secondo i dati 2016 dell’Ufficio nazionale di statistica, solo il 19% di tutte le donne afghane ha mai frequentato un’aula di scuola, tra le ragazze sotto i 25 anni la quota sale al 36%. “Alcuni padri non permettono alle loro figlie di andare a scuola, figuriamoci a studiare musica – ha sottolineato la direttrice dell’orchestra – Per loro, le donne devono stare a casa e pulire”.

Pratica vietata sotto il regime dei talebani, suonare è ancora visto con fastidio se non con palese avversione dagli afghani. Ma le musiciste, alcune provenienti da famiglie poverissime od orfanotrofi, sono decise e sognano in grande. Come la violinista 18enne Zarifa Adiba, che vuole studiare e “iscriversi a Yale, la mia prima scelta, o Harvard o Stanford”.

Dopo l’esibizione a Davos, la tournée di Zohra proseguirà in Svizzera, a Zurigo e Ginevra, e poi a Berlino e Weimar, in Germania, prima di spostarsi negli Stati Uniti. Un’occasione unica per le giovanni donne, per Sarmast simbolo di un Afghanistan diverso da quello dei “kalashnikov, missili e attacchi suicidi”, per promuovere all’estero un’altra immagine del Paese.

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