‘La canzone è dedicata all’armonia religiosa’. Si difende così Namewee, il cui vero nome è Wee Meng Chee, famoso rapper malese arrestato dalle autorità del suo paese a causa di un videoclip ritenuto ‘un insulto all’Islam’. Secondo quando riporta la Bbc, le manette sarebbero scattate all’indomani di un’indagine aperta a causa di una serie di denunce fatte da più organizzazioni non governative che non avrebbero gradito il contenuto del video che accompagna ‘Oh my God’, l’ultima canzone dell’artista.
Namewee, che già in passato aveva avuto problemi con le autorità malesi per un’altra canzone, ‘Negaraku’, nella quale parodiava l’inno nazionale, deve il suo successo in Asia proprio allo stile provocatorio dei suoi testi e video. Nel filmato incriminato si vede il rapper, insieme alla sua band, cantare all’interno di diversi luoghi di culto malesi – una chiesa cristiana, un tempio buddista, uno taoista e una moschea – accompagnati da altrettanti esponenti delle quattro religioni raffigurati in modo ironico.
Già da ieri, giorno dell’arresto, circola in rete una nuova versione di ‘Oh my God’ nella quale sarebbero state tagliate dal montaggio le scene filmate nella moschea.