Il coro degli ultraottantenni che si esibisce nelle case di riposo | Giornale dello Spettacolo
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Il coro degli ultraottantenni che si esibisce nelle case di riposo

Il canto è una delle attività del progetto Il pomeriggio conosce cose che il mattino nemmeno sospettava: attivo dal 1994 nel circolo La Ruota di Bolzano.

Il coro degli ultraottantenni che si esibisce nelle case di riposo
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19 Gennaio 2016 - 08.10


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“Spesso vediamo gli anziani solo per i loro malanni, ma tutti hanno qualcosa da esprimere. Basta solo credere davvero nelle persone, indipendentemente dalla loro età”. A parlare è Gabriella Bissacco dell’Auser di Bolzano, sezione in cui dal 1994 è attivo il progetto “Il pomeriggio conosce cose che il mattino nemmeno sospettava”. Di cosa si tratta? L’idea è sperimentare diverse tecniche espressive per favorire l’inclusione e il diritto allo sviluppo della creatività in tutte le età della vita. È così che al Circolo La Ruota di Bolzano, diventato ormai come “il salotto di casa”, gli ultraottantenni possono mettersi alla prova con il canto, l’improvvisazione teatrale, il disegno o i laboratori di racconto autobiografico. “Il coro conta una ventina di partecipanti, tra cui una signora di 96 anni, – racconta Bissacco – Sono tutte persone con patologie importanti, disabilità, problemi di memoria e cognitive. Ma quando cantano, riprendono in mano la loro vita”. Sono molto richiesti, si esibiscono nelle case di riposo, “dove non distingui tra coristi e ospiti”, e recentemente hanno cantato nel Duomo di Bolzano in occasione della Giornata dell’Alzheimer. “Si vestono bene, si pettinano e le signore mettono il rossetto, cosa che magari non facevano da tempo – spiega Bissacco – Le canzoni le scelgono loro, canzoni che parlano di ricordi, di memoria e storia, cantano e non vedono il tempo di oggi, ma quello passato”. Con loro ci sono 4 volontarie Auser che si occupano anche della logistica e del trasporto. “È sorprendente vederli e anche se ormai sono tanti anni che li seguo, mi commuovo ancora”, dice Bissacco.

Sono 58 gli anziani coinvolti nel progetto, con 2.139 presenze nelle diverse attività e laboratori, 28 i volontari Auser impegnati per un totale di 2.654 ore. Attraverso il progetto, gli anziani vengono incoraggiati a partecipare a laboratori di racconto autobiografico, tecniche di improvvisazione teatrale, a incontri culturali e attività motorie. “Una volta alla settimana un volontario insegna loro a disegnare – racconta Bissacco – e ho visto persone che non riuscivano a tenere in mano la matita, disegnare e magari anche scrivere qualcosa. È un modo per rimettere in moto la propria vita”. Ora c’è l’idea di mettere in piedi una piccola compagnia teatrale amatoriale e di pubblicare le storie di vita raccolte con i laboratori di narrazione.

Sono circa 150 i volontari dell’Auser di Bolzano. Ed è grazie a loro che vengono realizzate tutte queste attività a favore delle persone anziane. “Scoprire di avere voglia di fare qualcosa per gli altri, gratuitamente, ricevendo in cambio solo un sorriso è bello e dà gioia”, dice Bissacco. Tra le altre attività realizzate dalla sezione ci sono il punto di ascolto, i volontari del territorio e il segretariato sociale. Il progetto “Il pomeriggio conosce cose che il mattino nemmeno sospettava” è una delle buone pratiche raccolte nel libro “Il saper fare, viaggio nell’Italia della solidarietà, le buone pratiche dell’Auser”, che sarà presentato a Roma il 20 gennaio presso la Cgil nazionale (sala Di Vittorio). (lp)

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