“Venezia ieri e oggi”, un titolo che ben sintetizza il significativo contenuto artistico e culturale di uno dei più importanti appuntamenti dell’intero “Veneto Festival 2015” (quest’anno 45° Festival Internazionale Giuseppe Tartini): si tratta infatti di una serata musicale di assoluta eccezione realizzata in collaborazione con il Comune Di Venezia, con la Regione del Veneto e con la Scuola Grande di San Rocco e annunciata per sabato 6 giugno nella Scuola Grande di San Rocco di Venezia
“I solidi veneti” diretti da Claudio Scimone e insieme a loro il più popolare violinista italiano contemporaneo – Uto Ughi – ne saranno gli attesi protagonisti, pronti a portare sul palco, con la consueta eccellenza tecnica ma soprattutto con la loro caratteristica ed esuberante vitalità artistica, un programma squisitamente veneziano che di Venezia incarna l´aspetto forse più unico: quella curiosità, quella modernità che per secoli ne ha fatto uno dei maggiori centri (se non il maggiore in assoluto) di avanguardia – e non solo in senso artistico – dell´intero Occidente. Ed ecco il vivace programma della serata, i grandi rappresentanti della Scuola Musicale Veneziana – Albinoni (Concerto in re minore op. 9 n. 2 per oboe e archi), Vivaldi (Concerto in la minore RV 419 per violoncello e archi) – di quella più ampiamente veneta – ecco Tartini (ne sarà eseguito il leggendario Trillo del Diavolo) –, ma al cui centro spicca – in assoluta anteprima – una pagina contemporanea che il compositore veneziano Pino Donaggio ha da pochissimo dedicato proprio a “I Solisti Veneti” per il loro 55.mo anniversario.
È anche una composizione che ha un aspetto di prezioso revival artistico nella memoria del popolarissimo cantante e compositore di importantissime colonne sonore: dotatissimo giovane violinista e allora compagno di studi di Claudio Scimone al Conservatorio di Milano, Donaggio ha esordito nell’attività concertistica a 16 anni partecipando nei primi violini ai debutti de “I Solisti Veneti” nel lontano 1959 prima che il suo straordinario successo in altri campi cambiasse la sua strada facendogli intraprendere quella via unica e personale che ne ha fatto uno dei grandi nomi della musica leggera e della musica cinematografica del secondo Novecento e di oggi. “Fotogrammi per Solisti” è appunto il suggestivo titolo di questa nuova, colorita opera , che al normale organico dei “Solisti” aggiunge un vibrafono, opera che si aggiunge oggi ad un repertorio ricchissimo e quanto mai unico di pagine che un numero sorprendente di compositori contemporanei ha dedicato a Claudio Scimone e alla sua celebre orchestra, esplicitamente pensata – secondo una definizione del famoso critico Klaus Prigsheim, cognato di Thomas Mann – come esempio, per paradossale che possa sembrare, di “solisticità collettiva”.
Dopo “Il Trillo del Diavolo” di Giuseppe Tartini nella ormai leggendaria esecuzione di Uto Ughi concluderà la serata un altro capolavoro di grande virtuosismo – e diversamente non potrebbe essere quando sul palco c’è questo entusiasmante solista – il funambolico Concerto in re minore n. 4 per violino e orchestra di Nicolò Paganini, scritto nel 1830 durante una tournèe in Germania e ivi eseguito in anteprima, ma la cui vera prima esecuzione si diede a Parigi nel 1831. Curioso: la musica fu poi perduta. Nel 1936 un discendente di Paganini ne vendette la partitura, ma la parte di violino risultava ancora mancante. Per un puro caso essa fu successivamente rinvenuta in un fondo musicale appartenuto al virtuoso di contrabbasso Giovanni Bottesini, e solo nel 1954, nuovamente a Parigi, Arthur Grumiaux rieseguì il capolavoro in quella che – a più di un secolo dalla composizione – divenne una vera Second World Premiere!