È stato annunciato ieri, 31 marzo 2015, durante la conferenza stampa della presentazione della nuova stagione di Santa Cecilia: sir Antonio Pappano ha accettato la “proposta di matrimonio” con Santa Cecilia, avanzata dal nuovo Presidente dell’Accademia Michele Dall’Ongaro. Pappano rimarrà quindi alla guida dell’orchestra della città di Roma per altri 4 anni, fino al 2019.
Sir Pappano ha mostrato tutta il suo entusiasmo, la sua gioia e presa di responsabilità per questa scelta.
L’impegno futuro di questa importante istituzione anche a detta di Dall’Ongaro sarà di portare la musica nella città, sul territorio, anche al di fuori dell’Auditorium e nel mondo, come già aveva iniziato a fare Pappano, con le numerose tournèe degli scorsi anni.
Protagonisti della nuova stagione saranno sia i classici Beethoven, Hyden, Mozart, per portare al pubblico la purezza di questa musica – dice Pappano – sia la musica contemporanea. Il concerto di apertura dalla nuova stagione ha, infatti, in programma la nona di Beethoven e un’opera prima commissionata a Luca Francesconi su testi di Mandela. Come ricorda Dall’Ongaro citando Bontempelli “la tradizione è una concatenazione di innovazioni”. L’antico e il nuovo quindi convivranno nella prossima stagione e nelle stagioni future nelle quali Pappano assicura a presenza di Bach – con unica eccezione di quest’anno – perché “Con Bach si perde tutto il senso dell’egoismo, perché sei davanti al Dio della musica”.
Emerge un grande spirito di squadra tra il direttore musicale e il Presidente da cui uno slancio verso nuovi progetti e proposte.
“La musica è l’aria che respiriamo custodiamo il nostro respiro”, è uno degli slogan nuovi di Santa Cecilia. Sicuramente buon custode sarà Pappano dal podio che nello spazio di un mese, dirigerà le nove sinfonie di Beethoven, accostando il compositore tedesco alla musica contemporanea italiana e a musicisti a lui coevi come Luigi Cherubini e Gaspare Spontini.
L’autunno proseguirà con una nuova proposta di Giovanni Sollima’Ludwig Frames’, insieme alla Sesta e all’Ottava. Compositore di spiccata comunicativa, Sollima si accosterà a Beethoven partendo dai ‘Quaderni di conversazione’, i taccuini che il musicista utilizzava per comunicare, da quando la sua sordità si era seriamente aggravata.
A seguire la presenza del triestino Fabio Nieder che nel concerto di novembre, insieme alla Prima e alla Terza sinfonia, presenterà una nuova pagina in cui all’interno della grande orchestra ricreerà gruppi cameristici eterogenei.
Presenti i compositori del ‘900
Leonard Bernstein con il Concerto per violino e orchestra di Samuel Barber, nell’interpretazione di Gil Shaham. Infine l’’Harmonielehre’ che John Adams scrive nel 1985 ispirandosi e alludendo nel titolo ad alcuni trattati di armonia, in particolare a quello di Arnold Schoenberg.
Beethoven accompagnerà l’intera stagione fino alla primavera, il 9 aprile ultimo appuntamento con Antonio Pappano e Beethoven, il 9 aprile, con un concerto fuori abbonamento: ospite Hélène Grimaud, impegnata nel Concerto per pianoforte n. 4.
Facendosi custode dell’aria che si respira non può mancare l’attenzione ai giovani talenti e una particolare attenzione anche a quelli italiani come ha sottolineato Dall’Ongaro accanto alla presenza di talenti storici: Ennio Morricone sarà alla testa dell’Orchestra e del Coro di Santa Cecilia con i suoi brani migliori, e, successivamente, Stephane Denéve leverà la bacchetta su ‘Alexander Nevskij’ di Prokofiev e alcune delle colonne sonore più celebri di John Williams.
Una offerta musicale a 360° in cui non mancherà l’Opera, che sarà rappresentata da una nuova produzione dell’Accademia di Santa Cecilia di ‘Così fan tutte’ diretta da Semyon Bychkov e, da Verdi con la ‘Messa da Requiem’ diretta da Manfred Honeck in occasione del Giubileo, a cui Santa Cecilia dedicherà al Giubileo straordinario tutti i concerti di musica sacra. Oltre al ‘Requiem’ di Verdi, anche ‘La Creazione’ di Haydn.
La stagione di musica da camera si inaugurerà invece il 21 ottobre con il recital del pianista russo Nikolaj Luganskij, che impaginerà un programma con Schubert e Cajkovskij. La scuola pianistica russa offrirà poi una successione di interpreti straordinari che vanno da Mikhail Pletnev a Daniil Trifonov, da Denis Matsuev a Yefim Bronfman, per arrivare ai vertici dell’Olimpo della tastiera: Grigory Sokolov e Krystian Zimerman.
La musica è bene comune, conclude Dall’Ongaro, che deve fiorire ovunque, in ogni forma, arrivare a tutti.