Antonio Pappano: “Regole restrittive sarebbero una condanna per la musica" | Giornale dello Spettacolo
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Antonio Pappano: “Regole restrittive sarebbero una condanna per la musica"

Il direttore d’orchestra chiede di dare fiducia ad un settore che ha dimostrato di saper gestire bene l’emergenza sanitaria, segnalando come in nessun teatro o sala da concerto si siano avuti dei contagi.

Antonio Pappano: “Regole restrittive sarebbero una condanna per la musica"
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14 Ottobre 2020 - 22.58


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In un’intervista rilasciata a “La Repubblica”, il direttore d’orchestra anglo-italiano, Antonio Pappano dice la sua sull’eventualità dell’entrata in vigore di norme restrittive che limitano l’accesso nei teatri e nelle sale da concerto ad un numero esiguo di spettatori: “Sono consapevole dell’aumento dei contagi e so che innanzitutto va difesa la salute degli esseri umani. Ma sono esterrefatto dall’eventualità di quelle restrizioni, che equivarrebbe a una condanna radicale per la musica. Non si può attaccare un settore virtuoso come il nostro”.

“Nell’Auditorium del Parco della Musica di Roma, sede dell’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia di cui sono il direttore musicale – dice Pappano – abbiamo proposto nell’ultimo mese e mezzo vari concerti per mille e duecento spettatori in sala. Lo spazio è enorme, con una capienza di duemila e ottocento posti, e le distanze fra le poltrone sono rispettate. Il sistema di ventilazione è ottimo e a chiunque entri viene misurata la temperatura. Tutti indossano la mascherina, è obbligatorio. Ciò ha prodotto risultati eccellenti: in nessun teatro e in nessuna sala da concerto, secondo l’Agis, l’Associazione Generale Italiana dello Spettacolo, si è verificato alcun contagio. Vogliamo tenerne conto? Abbiamo dimostrato di saper gestire bene l’emergenza sanitaria. E ora sarebbe importante dare fiducia a un settore che ha dato prova di un senso di responsabilità straordinario”.

Eventuali norme restrittive avrebbero, secondo Pappano, “un effetto disastroso e giungerebbero a penalizzare ancora di più un settore già colpito duramente dal lockdown della primavera scorsa”.
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