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Bob Dylan e Frank Sinatra, gemelli diversi

Esce il nuovo album del cantautore, un omaggio a Sinatra.10 brani del repertorio del mitico crooner senza scalfire il suo stile

Bob Dylan e Frank Sinatra, gemelli diversi
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2 Febbraio 2015 - 22.43


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di Francesco Troncarelli

Dylan canta Sinatra. Un evento, ma anche una notizia nella notizia. Così diversi Bob e Frank, così musicalmente lontani, i due artisti s’incontrano sulla via di Damasco delle più celebri canzoni dell’ “American Songboock”.
Standard conosciutissimi che vanno dagli Anni Venti agli Anni Sessanta come “Autumn Leaves”, “That Lucky Old Sun”, “Some Enchanted Evening” e “Stay with me”, proposti da tanti cantanti, Billie Holiday e Chet Baker ad esempio per citarne un paio dei più noti, ma che hanno avuto nell’interpretazione di Frank Sinatra, la grande popolarità, sono riletti ora dal menestrello di Duluth nel disco “Shadow in the night” , 36/o album da studio in uscita in tutto il mondo.

L’uomo che ha cantato la contestazione degli anni Sessanta e che ha rivoluzionato la musica folk e di protesta, veste i panni del crooner e canta i classici. Un progetto che può sembrare un ossimoro musicale. Difficile immaginare qualcosa di più distante di Frank Sinatra e Bob Dylan. The Voice e l’Antivoice. Dylan con la sua voce ruvida rivestita di catrame agli antipodi dalle rotondità calde e profonde delle note del grande performer.

Eppure l’operazione è riuscita, grazie soprattutto all’approccio di Dylan, rispettoso nei confronti di quello che per lui era comunque un idolo da giovanissimo, che senza concessioni nostalgiche canta Sinatra restando sé stesso. Magari ammorbidendo la voce, ma senza rinunciare al graffio e in più arricchendola con una vena di malinconia che coinvolge chi ascolta.
E questo la dice lunga sulla grandezza del cantautore che alla soglia dei 74 anni che compirà a maggio, è entrato in punta di piedi in un mondo che non gli appartiene culturalmente ma che conosce e apprezza a prescindere, riuscendolo a farlo suo con mestiere e partecipazione sincera.

In una lunga intervista esclusiva alla rivista “AARP”, la prima dopo anni, Dylan ha precisato che “realizzare quest’album è stato un autentico privilegio. Da tempo volevo fare un disco come questo, ma non ho mai avuto il coraggio di avvicinarmi ad arrangiamenti complessi per 30 elementi e adattarli ad una band di 5. il segreto di queste interpretazioni? conoscere benissimo i brani. E’ stato fatto tutto dal vivo, in una sola session, senza sovraincisioni”.

Con “Shadows In the Night” album delle grandi canzoni d’amore americane aperto e sfogliato a tre anni dal successo di “Tempest” del 2012 disponibile in cd, vinile+cd e in digitale, il menestrello del rock è tornato per sparigliare le carte e stupire. Ha rinunciato alle sue composizioni per dedicarsi alle classiche ballad americane. E’ ha colto nel segno.

“Quando fai queste canzoni, non puoi non avere in mente Frank Sinatra. E’ con lui che bisogna confrontarsi. Frank cantava a te, non per te. Certamente negli anni ’60 nessuno adorava Sinatra come invece accadeva negli anni ’40. Ma lui è rimasto. Tutte le altre cose che pensavamo sarebbero rimaste sono sparite. Lui no”, ha spiegato Dylan, omaggiando così, anche con questo parole, uno dei miti della musica mondiale .

Ad accompagnare Dylan che ha voluto registrare tutto dal vivo, senza mixaggio e senza tracce separate proprio come faceva “Old blue eyes”, il vecchio Frank, la band che lo segue da sempre, cinque navigati musicisti che riescono ad esaltare le melodie dei pezzi. La sua voce e la loro musica si sono fusi in un lavoro di riscoperta e di ripulitura di titoli che nel tempo erano stati seppelliti da strati di rifacimenti e rivisitazioni e che ora sono stati portati alla contemporaneità e che così torneranno sicuramente a brillare.

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