@marco_spagnoli
Il cuore, quel grande cuore che per anni è stato l’organo con cui ha ‘sentito’ Napoli,l’Italia, le sue storie e la sua anima lo ha tradito per l’ultima volta così come era accaduto al suo grande amico Massimo Troisi.
Pino Daniele è morto a causa di un infarto nella sua villa in Toscana all’età di 59 anni. Avrebbe compiuto sessanta anni il prossimo 19 marzo. Molti i messaggi di cordoglio da parte dei colleghi e dei fans per l’artista meridionale che più di ogni altro ha segnato la musica napoletana tra la fine degli anni Settanta e Ottanta segnando un punto di svolta tra la tradizione e il futuro, tra Napoli e l’America, tra i quartieri Spagnoli e il resto della nazione.
Anni fa parlando del suo lavoro e della sua carriera ci aveva detto che immaginava un futuro in cui la musica sarebbe stata “multirazziale”.
Ed era quello per cui stava lavorando anche con il tour di “bluesman bianco” intitolato significativamente e provocatoriamente ‘Nero a metà’. “La musica del futuro sarà espressione di una nuova società.” aveva osservato in quella che oggi sembra essere inevitabilmente una profezia frutto dello sguardo di un artista in sintonia con il mondo che lo circondava “La società di domani sarà sicuramente una società multietnica.”
Parole che rendono ancora più acuto il dolore per la perdita di un grande artista capace di una “visione unica” da raccontare e da cantare con passione, malinconia, ma anche divertimento.
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