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Ivano Fossati: quanti brani stupidi in Italia

Il cantautore è intervenuto al Medimex di Bari dove ha incontrato il pubblico: la maggior parte della musica italiana parla di schiocchezze.

Ivano Fossati: quanti brani stupidi in Italia
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1 Novembre 2014 - 12.38


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“Inizialmente volevo fare il musicista e non ero per niente interessato a raccontare le cose. Poi però mi sono reso conto che il modo di scrivere una canzone, in realtà, assomiglia molto al modo di comporre musica. In Italia c’è sempre tanto da dire con le canzoni e mi arrabbio quando sento che tanti brani parlano solo di sciocchezze. Sono i ragazzi che devono raccontare, anche con leggerezza”. Ivano Fossati è intevenuto con queste dure parole sul mercato musicale italiano al Medimex di Bari. Il cantautore ha raccontato la sua carriera ad un pubblico composto da giovani, in uno degli incontri che in questi giorni stanno animando la fiera dell’innovazione musicale che si sta svolgendo nel capoluogo pugliese.

Fossati ha ripercorso, rispondendo alle tante domande, l’inizio della sua carriera, spiegando che uno dei periodi più importanti della sua vita è stato quello vissuto negli anni ’70, che lo ha poi portato a scrivere canzoni come “Il disertore” e “La canzone popolare”. “Immaginando un grafico – ha detto il cantautore genovese – negli anni Settanta abbiamo un picco di artisti che si sono impegnati a raccontare la storia del nostro paese, non solo in modo grave ma anche con leggerezza. Le canzoni che sono nate in quegli anni sono state utili a raccontare come letteratura e il cinema. Tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta – ha raccontato ancora – mi sono accorto che la tecnica dello scrivere aveva regole simili a quelle della musica e solo allora ho cominciato a scrivere meglio. Prima scrivevo testi a canzoni destinate ad altri e pensate per entrare in classifica”.

E sul suo essere sempre controcorrente ha dichiarato: “Non c’è niente che paghi di più dell’andare controcorrente e non è necessario seguire i consigli di quelli piu’ vecchi. Ai ragazzi che vogliono fare musica dico spesso di non ascoltare nessuno. Il compito di un bravo produttore è assecondare nuovi artisti che possono avere visioni che noi non abbiamo”. Ormai Fossati non si esibisce più live ed ha motivato così la sua decisione: “Una scelta del genere – ha concluso il cantautore – deve essere una decisione per la vita e devi stare bene per forza dopo, altrimenti sarebbe una catastrofe. Devi essere gia’ certo prima che la scelta ti farà bene. Io ho sempre considerato il mio vero mestiere quello di scrivere canzoni. Preferivo scrivere, piuttosto che andare in tour”.

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