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Pornoricatti ai vertici di Mediaset: Emilio Fede condannato a 2 anni e 3 mesi

Secondo l'accusa aveva fatto fare fotomontaggi dei dirigenti del Biscione in pose osé e poi chiedere soldi per evitarne la pubblicazione

Pornoricatti ai vertici di Mediaset: Emilio Fede condannato a 2 anni e 3 mesi
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15 Giugno 2017 - 15.30


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Dal Tg4 simbolo del giornalismo inginocchiato e fazioso, fino a vicende poco commendevoli di creste e ricatti che ne hanno mostrato un volto inquietante: il Tribunale di Milano ha condannato Emilio Fede a 2 anni e 3 mesi di reclusione per i fotoricatti ai vertici di Mediaset. L’ex direttore del Tg4 dovrà anche risarcire con una provvisionale da 20 mila euro immediatamente esecutiva Mauro Crippa, capo della comunicazione del Biscione, oggetto di uno dei tentativi di estorsione che per il giudice della sesta sezione penale Aldo Carboni Fede avrebbe messo a segno.
Il giornalista dovrà anche risarcire con 2mila euro il suo personal trainer Gaetano Ferri (già condannato in appello per questa vicenda) che avrebbe realizzato fotomontaggi di dirigenti del Biscione in pose osé e si sarebbe incaricato di chiedere soldi in cambio della consegna delle foto.
Stesso discorso per l’accusa di violenza privata, relativa ad alcuni sms minatori che sarebbero stati inviati a Ferri per spingerlo a “estorcere a Silvio Berlusconi due milioni di euro per evitare la diffusione di foto compromettenti di Crippa”. L’imputazione è stata riqualificata nel reato meno grave di minacce.
“Sentenza giusta, ma è un po’ poco”, è stato il telegrafico commento del personal trainer, presente in aula alla lettura della sentenza. Non c’era invece Fede, difeso dall’avvocato Alessandra Guarini.
Quella di oggi è la seconda condanna incassata dall’ex direttore del Tg4 nel giro di pochi giorni. Lunedì scorso, sempre a Milano, gli erano stati inflitti 3 anni e 6 mesi per concorso in bancarotta in relazione alla presunta “cresta” da 1,1 milioni di euro che avrebbe effettuato nel prestito da 2,85 milioni concesso nel 2010 da Silvio Berlusconi a Lele Mora nel tentativo di scongiurare il crac della Lm Management, società dell’ex talent scout dichiarata fallita l’anno successivo.

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