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Auguri Caterina, nessuno ti può giudicare

La Caselli compie gli anni. Da idolo beat a donna manager, dai trionfi a Sanremo alla scoperta di Bocelli e Negramaro. La storia di Casco d’oro, una vita da numero uno

Auguri Caterina, nessuno ti può giudicare
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10 Aprile 2017 - 14.05


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di Francesco Troncarelli

Dinamica, in forma e soprattutto sempre attenta alle novità ed ai talenti da scoprire e lanciare. Così Caterina Caselli festeggia il suo compleanno, in piena attività. Come dire, 71 anni e non sentirli. Al di là della ricorrenza da celebrare in forma strettamente privata con i familiari, la Caselli non cederà infatti ad altre “distrazioni” e occasioni mondane di sorta. Non è nel suo stile, riservato da sempre, meglio da tempo.

Sì perché la sua ormai proverbiale riservatezza è una caratteristica della sua forte personalità acquisita con la maturità, in linea con il suo ruolo di donna manager e di moglie e madre sempre presente. Eppure prima di diventare una talentscout dal fiuto infallibile, capace di organizzare da dietro le quinte successi e destini di tanti artisti, la Caselli è stata dall’altra parte, in prima linea nel mondo dello spettacolo, come cantante.

Prima di essere un’imprenditrice musicale che ha scoperto e lanciato nomi del calibro di Andrea Bocelli diventato un protagonista della scena mondiale, Elisa, Avion Travel, Negramaro, Malika Ayane, Raphael Gualazzi, e ancora prima Giuni Russo, Paolo Vallesi, Gerardina Trovato e i giovanissimi Gazosa, Caterina è stata “la Caselli, idolo acclamato del nostro pop, un vero e proprio fenomeno della scena musicale italiana.

Come molti colleghi della sua generazione, la Caselli cantante si fece notare al grande pubblico partecipando al “Cantagiro”, la mitica manifestazione itinerante organizzata da Ezio Radaelli a metà degli anni 60, dopo una gavetta (e un’esperienza da bassista) nelle balere emiliane insieme al suo gruppo, gli Amici. L’inizio del suo grande successo è legato invece al festival di Sanremo dove nel 1966, cantò “Nessuno mi può giudicare” un brano peraltro scartato da Adriano Celentano, che è rimasto nell’immaginario collettivo e che oltre a diventare un tormentone di quel periodo si impose anche un modo di dire tanta era la sua popolarità.

Proprio in quell’occasione la debuttante Caterina, si presentò con un taglio di capelli, ispirato al caschetto dei Beatles ideato appositamente per lei dagli stilisti Vergottini di Milano, che le fece guadagnare l’appellativo “Casco d’oro”, ancora oggi uno dei soprannomi più celebri del mondo della musica leggera insieme alla “Tigre di Cremona” dedicato a Mina e “Il Molleggiato” riservato a Celentano.

Grintosa, dotata di una grande verve e voce potente, idolo della Beat generation italiana, la Caselli quando l’Italia andava a 45 giri ha collezionato una serie impressionante di successi, brani come “Perdono”, “Cento giorni” , “L’uomo d’oro”, Il Carnevale”, che hanno regolarmente scalato la Hit Parade di Lelio Luttazzi ed ha lanciato anche cover di brani rock e pop molto conosciuti come ad esempio “Paint It Black” dei Rolling Stones in italiano “Tutto nero”, “The days of Pearly Spencer” di David Mc Williams proposto come “Il volto della vita” o “I’m a Belevier”, famoso successo dei Monkees divenuto nella sua versione “Sono bugiarda”, una super hit.

In quegli anni dorati per la musica leggera tricolore, Caterina partecipò ai classici musicarelli del cinema a basso costo che incassava però tanto e ai più celebri programmi televisivi primo fra tutti “Diamoci del tu” che lei condusse insieme a Giorgio Gaber e dove lanciò due futuri big come Battiato e Guccini. Nel 1968, anno di svolta nella storia del costume e nella poltica italiana per la contestazione giovanile, la Caselli ha inciso quello che viene considerato il brano più bello del suo repertorio e uno dei capolavori assoluti della canzone italiana: “Insieme a te non ci sto più”, un altro titolo entrato nel songbook nazionale scritto per lei dall’avvocato astigiano Paolo Conte, grandissimo chansonnier.

Già a partire dagli anni ’70, e dopo il matrimonio con Piero Sugar da cui ha avuto il figlio Filippo attuale presidente della Siae, la Caselli ha iniziato a diradare la sua attività di cantante a favore di quella di manager prima di una sua etichetta l’Ascolto, che in pochi anni scopre e impone all’attenzione del pubblico e del mercato artisti come Pierangelo Bertoli, Mauro Pagani e gli Area e poi in quella di famiglia, la CDG dove lancia personaggi come Enrico Ruggeri, Raf e Francesco Baccini, oltre a lavorare con Ornella Vanoni e Paolo Conte, fino ad “inventarsi” il trio Tozzi-Morandi-Ruggeri che trionferà nel 1987 al Festival di Sanremo con “Si può dare di più”.

A parte qualche sporadico ritorno dietro il microfono, ultimo in ordine di tempo quello nel 2012 per il “Concerto per l’Emilia” gli ultimi decenni l’hanno vista impegnata nella sua attività di imprenditrice discografica a testimonianza di una maturità artistica completa e di una capacità più che unica nel saper individuare e costruire talenti.

E Caterina Caselli a 71 anni è ancora protagonista. Ieri come oggi è sempre la numero uno. Sul palcoscenico prima e dietro le quinte dopo, l’indimenticata “Casco d’oro” è l’unica, tra i produttori musicali indipendenti del Bel Paese ad avere ottenuto un successo internazionale conciliando i gusti del pubblico con la qualità musicale grazie a una modalità di fare impresa tutta italiana che guarda alla tradizione artigianale, mentre il suo passato da cantante e protagonista di una stagione magica della nostra musica è comunque nella storia.

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