Una santa che è un po’ l’emblema del Giubileo della Misericordia: è suor Faustina Kowalska, mistica polacca, vissuta tra il 1905 e il 1938, che è conosciuta come l’Apostola della Misericordia. Per conoscere la suorina, che Giovanni Paolo II ha canonizzato nel corso del Giubileo del 2000, e’ stato appena pubblicato un libro curato da Claudia Koll (“Faustina Kowalska, La Divina Misericordia”, Edizioni Messaggero Padova).
Attrice affermata, Claudia Koll ha compiuto negli ultimi anni un cammino di conversione. Oggi, accanto al suo mestiere di attrice, affianca l’insegnamento della recitazione ma soprattutto l’impegno nella sua onlus “Le Opere del Padre” che si occupa di progetti di carità a favore dei più poveri. In occasione del Giubileo voluto da Papa Francesco, e proprio all’insegna della misericordia, l’attrice romana ha selezionato alcuni testi dell’ampio “Diario” di suor Faustina per far conoscere la santa della misericordia anche al grande pubblico.
“Ci sono libri – si legge nella presentazione – che sono come il campo in cui è nascosto il tesoro di cui parla il Vangelo. Il Diario di suor Faustina è forse uno di questi”. La mistica polacca, tanto cara a Wojtyla che istituì anche la festa della Divina misericordia, entrò in convento a vent’anni dove svolgeva i compiti più bassi, cuoca, giardiniera, portinaia. Ma le sue esperienze mistiche, raccontate nel Diario, ne hanno fatto un punto di riferimento per la Chiesa. Papa Francesco cita esplicitamente Faustina Kowalska nella Bolla d’indizione dell’Anno Santo Straordinario.
Di recente l’attrice aveva risposto a un’intervista sulla sua fede così: «È da 15 anni che giro il mondo con una missione: annunciare la misericordia e la grazia di Dio. E poi c’è un impegno concreto, l’associazione “Le opere del Padre”, che opera in Africa e soprattutto in Burundi, dove sosteniamo e aiutiamo tanti bambini e tanti orfani, per aiutarli a ritrovare la speranza». Aggiungendo che non si faceva suora «perché il Signore mi ha donato un ragazzo, venuto in Italia dal Burundi per essere curato, che poi il tribunale ha affidato a me da quando aveva 16 anni. Oggi ne ha 23. E poi c’è anche l’Accademia di recitazione, dove mi occupo dei ragazzi. Insomma ho una vita piena nel mondo: prendere i voti ed entrare in convento non è la scelta che il Signore mi ha chiamato a fare».