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Benigni in Vaticano: da piccolo volevo fare il Papa

Il comico toscano in Vaticano per la presentazione del libro di Papa Francesco 'Il nome di Dio è Misericordia'.

Benigni in Vaticano: da piccolo volevo fare il Papa
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Claudia Sarritzu Modifica articolo

12 Gennaio 2016 - 14.18


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Sono emozionato di essere presente “nello Stato piu’ piccolo del mondo con l’uomo piu’ grande del mondo”. Così ha esordito Roberto Beningni alla presentazione del volume ‘Il nome di Dio e’ Misericordia – una conversazione con Andrea Tornielli di Sua Santita’ Francesco’, tenutasi questa mattina in vaticano.
“Attraverso la misericordia, che non e’ una versione sdolcinata ma una virtu’ severa papa Francesco sta tirando tutta la Chiesa verso un luogo che non pensavamo piu’: verso il Cristianesimo, verso Gesu’ Cristo, verso il Vangelo. In questo mondo irriconoscibile, pieno di paura e rabbia, Francesco vuole misericordia e va in mezzo al dolore, unica forza superiore al male” ha proseguito Benigni citando la visita del Pontefice a Lampedusa e l’apertura della Porta Santa a Bangui. “
Stima ricambiata da Papa Francesco che nell’ultima omelia del 2014, lo definì “un grande artista italiano” ricordando i suoi ‘I dieci comandamenti’ in televisione. “Solo a Papa Francesco poteva venire in mente di presentare un libro con un cardinale veneto, un carcerato cinese e un comico toscano…”, scherza il comico riferendosi alle persone che prima di lui sono intervenute, all’Istituto Patristico Augustinianum: il cardinale Pietro Parolin (veneto) e il carcerato cinese Zhang Agostino Jianqing.
In riferimento al libro Benigni ha specificato che “si rivolge anche ai non credenti: la vita e’ una eterna lotta tra chi crede e chi non crede, tra amore e non amore e amare significa dipendere da qualcuno che ci potrebbe venire sottratto. Questo e’ il rischio divino”. Il testo “innalza i nostri cuori senza annacquare il cervello”. Benigni ha poi ripreso le parole di Benedetto XVI sulla misericordia che contiene “la gioia e il dolore: due colonne portanti nel Cristianesimo. Ma mentre il dolore e’ sempre presente nel Cristianesimo – ha continuato -, la gioia la teniamo spesso nascosta”.
Infine confessa: “Da piccolo volevo fare il sacerdote, quando a scuola mi chiedevano ‘cosa vuoi fare da grande?’, rispondevo ‘il Papa’. Tutti si mettevano a ridere, e allora ho capito che dovevo fare il comico…”.

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