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La rivoluzione mancata di Romeo e Giulietta

Ricco di spunti interessanti, ma realizzato in maniera non sempre ineccepibile dalla Compagnia Junior Balletto di Toscana, non è riuscito a conquistare gli spettatori.

La rivoluzione mancata di Romeo e Giulietta
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18 Aprile 2016 - 17.39


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Di Margherita Sanna

Ha debuttato sabato sul palcoscenico dell’Auditorium del Conservatorio di Cagliari, “Romeo e Giulietta”, regia e coreografia di Davide Bombana, ultimo appuntamento della Rassegna “Stagione di Danza”, organizzata dal Cedac. E stasera sarà al teatro del Carmine di Tempio Pausania per l’ultimo appuntamento.

Romeo e Giulietta, celeberrima tragedia di Shakespeare, declinata nel corso dei secoli nei più svariati modi, viene ripresa dal coreografo internazionale per riattualizzarla, sovrapponendola alla storia di Admira e Bosko – lei musulmana, il suo fidanzato serbo – uccisi da un cecchino nel tentativo di fuggire da Sarajevo, durante il conflitto dei Balcani. Bombana si distacca dalla classicità del celebre balletto sulle musiche di Prokof’ev, per irrompere sulla scena con dei flashback: le due madri piangenti, unite nel dolore della perdita, due culture, due mondi, che si abbracciano nella gravità del lutto.

Ricco di spunti interessanti, ma realizzato in maniera non sempre ineccepibile dalla Compagnia Junior Balletto di Toscana, che vanta a suo carico il Premio Danza & Danza 2015, come “Miglior Produzione Italiana”, Romeo e Giulietta non è riuscito a conquistare gli spettatori cagliaritani. Nei volti e nelle parole del pubblico – non proprio giovanile – che ha assistito allo spettacolo di Cagliari, si è letto e udito lo stupore, il rammarico per le differenze riscontrate con la tradizione, ed un senso generale di perplessità. Quel che è certo è che – nel bene e nel male – la messa in scena di Davide Bombana non lascia indifferenti fin dal primo momento. Osa nel sovvertire l’abbigliamento tradizionale di Capuleti e Montecchi, vestendo questi ultimi in completi giacca, cravatta e pantalone (anche le donne), per sottolinearne l’omologazione; ed i primi invece in abiti orientaleggianti. Ed osa ancora nell’utilizzo di una scenografia cupa, la cui nota dominante è il contrasto luce – oscurità, priva quasi del tutto di alcunché. Ma purtroppo tutto questo “apparato sovversivo” si scontra sia con i limiti oggettivi dell’acerbità dei ballerini in scena (Lucia Zimmardi, Giovanni Quintiero, Luca Cesa, Giovanna Pagone, Caterina Politi, Giovanni Luca Formica, Joseph Caldo, Francesco Moro, Eleonora Peperoni, Jody Bet, Giovanni Luca Formica, Guido Del Gaudio, Daniele Pecorari, Lorenzo Savino, Chiara Afilani, Matilde Di Ciolo, Lara Di Nallo, Chiara Pareo), sia con l’ambiguità del sottotesto che il coreografo vorrebbe trasmettere.

Un vero peccato! Talvolta è meglio osare radicalmente, magari proprio giocando sulla rivoluzione gender vagamente sobillata dall’abbigliamento dei Montecchi, o restare piuttosto nel placido solco della classicità, che perlomeno è facilmente fruibile dai più. È una rivoluzione mancata questo Romeo e Giulietta di Davide Bombana, che nonostante ciò ci regala dei bellissimi momenti come quello della notte d’amore fra Giulietta e Romeo in cui tra la perfetta plasticità dei corpi e l’incantevole gioco di luci e ombre, lo spettatore si incanta in un tempo sospeso che solo l’arte può creare.

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