La violenza domestica va narrata e irrompe sullo “Schermo dell’arte” | Giornale dello Spettacolo
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La violenza domestica va narrata e irrompe sullo “Schermo dell’arte”

Il festival fiorentino di film d’artista trasferito online con una sezione che denuncia abusi aggravati dalla pandemia. Più documentari su Keith Haring, Pippa Bacca e Alvar Aalto

La violenza domestica va narrata e irrompe sullo “Schermo dell’arte”
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10 Novembre 2020 - 12.46


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Il festival fiorentino dello Schermo dell’arte al nastro di partenza ha dovuto necessariamente trasferirsi sul web: da questa mattina del 10 novembre fino a sabato 14 manda in streaming on demand oltre 40 film e incontri su “Più Compagnia” insieme a MyMovies.it (sotto trovate il link). Tra i tanti filoni, un percorso segue un argomento sempre drammatico e tanto più urgente in questi tempi di pandemia: la violenza domestica.

La tredicesima edizione di film d’artista della rassegna diretta con fiuto da Silvia Lucchesi (spesso e volentieri ha scovato opere e autori prima di altri) si collega comunque con la sala diventata una sorta di “casa madre”, il Cinema della Compagnia. E oltre a dare voce ad autori italiani con, ad esempio, opere di Riccardo Benassi, Anna Franceschini e Flatform, oltre a trasmettere anteprime e ritratti di artisti e artiste, lo “Schermo dell’arte” dà risalto a un progetto speciale: “Mascarilla 19 – Codes of Domestic Violence”. Di cosa si tratta? Di “video di artisti internazionali promosso e prodotto dalla Fondazione In Between Art Film e curato da Leonardo Bigazzi, Alessandro Rabottini e Paola Ugolini”. La Fondazione è modenese e il titolo rende l’idea del tema affrontato: “Il programma prende il nome dalla parola in codice che in Spagna viene usata dalle donne vittime di violenza domestica per denunciare gli abusi subiti e riunisce i lavori degli artisti Iván Argote, Silvia Giambrone, Eva Giolo, Basir Mahmood, MASBEDO, Elena Mazzi, Adrian Paci, Janis Rafa”. Come registrano giustamente e purtroppo gli organizzatori, la violenza degli contro le donne e bambini con “le misure di confinamento sociale” il dramma si è acuito.

Tra i documentari in anteprima italiana la rassegna fiorentina include “Visage Villages” realizzato con Agnès Varda, un documentario sull’architetto e designer finlandese Alvar Aalto e la prima moglie Aino, un doc di James Crump “sul controverso artista Jordan Wolfson”, ritratti in forma di film di Keith Haring, del pittore Hans Hartung con la moglie, la pittrice Anna-Eva Bergman, cui si affianca un film di Simone Manetti non inedito ma sempre prezioso: è su Pippa Bacca, la geniale performer e sulla sua ultima azione ricostruita attraverso testimonianze della famiglia e video, ovvero “Brides on Tour” quando iniziò un viaggio vestita da sposa dalla sua Milano chiedendo passaggi con una fiducia commovente verso l’umanità tradita dalla sua uccisione in Turchia il 31 marzo 2008.

L’abbonamento standard per il festival è di 9,90 euro, per i sostenitori di 50 con in omaggio il libro “Lo schermo dell’arte 10 anni tra arte contemporanea e cinema” a cura di Silvana Fiorese e Valeria Mancinelli, Giunti Editore, 2019.

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Dida completa della foto:
Silvia Giambrone, Domestication, 2020. Courtesy the artist, Studio Stefania Miscetti, Galleria Marcolini, Richard Saltoun Gallery and Fondazione In Between Art Film

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