Tra le ragioni che spingono le persone a migrare ci sono anche l’orientamento sessuale e l’identità di genere. Uomini e donne omosessuali, bisessuali o transgender lasciano tutto per cercare una vita migliore lontano dal proprio paese, ma si trovano a non essere accettate nemmeno dai compagni di viaggio, condizionati dal sentimento omotransfobico con cui sono cresciuti. Per questo sono nate anche in Italia alcune associazioni impegnate nel sostegno ai migranti lgbt+. A Milano, ad esempio, da undici anni c’è il Progetto IO (Io sta per Immigrati e Omosessualità) Il suo sportello ha sede presso l’Arcigay di via Bezzecca ed è in contatto costante con realtà simili in altre città d’Italia. Ad oggi ha accolto circa 350 persone.
Da alcuni anni anche i pride italiani includono i diritti delle persone immigrate tra le rivendicazioni presenti nei propri manifesti, ma finora questo non è stato sufficiente a fermare il razzismo presente anche all’interno della comunità lgbt+. Per tutti questi motivi i coordinatori di Progetto IO hanno organizzato una proiezione on line e gratuita, in collaborazione con MilanoPride, Festival Mix e il Coordinamento dei festival lgbtq italiani.
Il film scelto è Mr Gay Syria e racconta la storia di due migranti omosessuali: Husein, giovane richiedente asilo siriano che vive a Istanbul e decide di partecipare alla competizione di Mr Gay Syria, e Mahmoud, rifugiato a Berlino e organizzatore della manifestazione, che si dedica anima e corpo all’attivismo. Il film ha vinto 14 premi internazionali ed è diretto dalla regista e giornalista Ayse Toprak, anche lei migrante. La proiezione sarà accessibile giovedì 16 luglio alle 21 da tutta Italia sul sito Streeen.org, la piattaforma per lo streaming del cinema indipendente e d’autore. Sarà preceduta da una conversazione tra i coordinatori di Progetto Io: Diego Puccio e Rahel Sereke, gli attivisti Amani Zreba e Benny Mc Bonzy, la programmer del Festival Mix Priscilla Robledo e la critica cinematografica Chiara Zanini, e verrà trasmessa sulla pagina Facebook del Milano Pride.
Dichiarano Diego Puccio e Rahel Sereke: «Sentiamo troppo spesso ancora oggi parlare di immigrazione usando parole razziste, populiste e molto spesso strumentali. Abbiamo scelto di proiettare questo film per provare, nel nostro piccolo, a parlare di immigrazione attraverso quella cultura che nasce dall’incontro con realtà diverse dalle nostre. Questo film affronta il tema delle persone rifugiate descrivendo i protagonisti con forza, responsabili del loro destino, senza nessun atto di pietismo o vittimismo nei loro confronti. Ci ricorda l’importanza della solidarietà che dobbiamo avere come comunità LGBTQ+ anche a livello internazionale: abbiamo acquisito dei diritti, ma se rimangono esclusivamente nostri, di alcuni paesi soltanto, non possono che essere letti fondamentalmente come privilegi».
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