"Metto in scena la vanità dell'uomo, uno dei mostri di oggi": Zalone parla di Tolo Tolo | Giornale dello Spettacolo
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"Metto in scena la vanità dell'uomo, uno dei mostri di oggi": Zalone parla di Tolo Tolo

Il comico a Rtl 102.5 parla di Tolo Tolo, a caccia del record di incassi di Quo Vado.

"Metto in scena la vanità dell'uomo, uno dei mostri di oggi": Zalone parla di Tolo Tolo
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31 Dicembre 2019 - 11.41


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Luca Medici, in arte Checco Zalone, riparte da dove aveva lasciato, ovvero dal 1 gennaio. Così come quattro anni fa, uscita del suo ultimo film “Quo Vado”, dalla mezzanotte di quest’oggi saranno 200 le sale cinematografiche che proietteranno il suo primo (e già discusso) lavoro da regista, “Tolo Tolo”. È caccia al record di incassi: “Sarei ipocrita a dire che me ne frego, sono ansiosissimo. Non penso di ripetermi perché fu davvero un incasso assurdo, ma quantomeno di avvicinarmi”. dice Checco Zalone a RTL 102.5, spiegando che nel nuovo film ha “messo in scena la vanità dell’uomo,  uno dei mostri di oggi”. Raccontando “l’italiano di oggi concentrato su se stesso, che veste grandi griffe, che non avverte ciò che sta accadendo attorno a lui e si trova intorno agli immigrati a fare il viaggio con loro”. 

Grande eco ha provocato la canzone che accompagna il film, “Immigrato”, finita al centro di un dibattito politico e sociale. 

“Volevo poi ringraziarvi per quando sottolineate che ‘Immigrato’ fa canticchiare la gente, perché ci si concentra solo sui temi, sul testo, sul razzismo o meno e nessuno ha detto che la canzone è orecchiabile e radiofonica. Ora Toto Cutugno e Celentano mi denunciano per plagio, quello è il tipo di canzone che mi ha cresciuto”.

Quello che interessa all’attore e regista pugliese è il voler metter sotto i riflettori la natura dell’italiano, in chiave ironica e senza giudicare. Anzi, mostrando una caratteristica nostrana che spesso tendiamo a dimenticare: l’umanità. Anche se, sottolinea, a volte siamo i mostri di noi stessi. Specialmente quando “Ci buttiamo a dare giudizi, siamo lì a criticare, prendiamo parte senza spesso averne coscienza per partito preso”.

“Il personaggio di questo film è rozzo, concentrato su stesso, incapace di vedere oltre , però conserva l’umanità e penso venga fuori un italiano mai privato dalla sua umanità”.

Un film che tratta temi quotidiani, come appunto l’immigrazione, ma ben lontano dall’essere un film di impegno civile e che descrive l’attualità attraverso gli occhi dell’attore senza voler essere preso per verità assoluta.

“Anche negli altri film qualcuno si è arrabbiato, ormai ci convivo. Non puoi fare qualcosa che lasci indifferenti, sarebbe stato peggio se avesse lasciato indifferenti. Il tema è caldo, non è un film di impegno civile ma sono andato a parlare di questo argomento con il mio sguardo e la mia visione che non sto a commentare perché trovo terribile autorecensirsi. Se potete andate a vederlo e stroncatemi voi”.

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