Il talentuoso Carlo Croccolo, che fu spalla e poi doppiatore di Totò | Giornale dello Spettacolo
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Il talentuoso Carlo Croccolo, che fu spalla e poi doppiatore di Totò

La sua versatilità e la sua capacità di usare i dialetti gli consentirono, di creare, lui napoletano, il personaggio di Pinotto, soldatino settentrionale timido e sprovveduto.

Il talentuoso Carlo Croccolo, che fu spalla e poi doppiatore di Totò
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Giancarlo Governi Modifica articolo

12 Ottobre 2019 - 19.19


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Carlo Croccolo ci ha lasciato all’età di 92 anni dopo una intensa carriera teatrale, cinematografica.

Nel 1949, ad appena ventidue anni, fa il suo esordio in cinema e proprio in un film di Totò “I pompieri di Viggiù”. Già in questo film, nel ruolo di un pompiere alquanto maldestro, lui, attore napoletano di nascita e di formazione, parla una lingua diversa da quella napoletana. Viene subito notato, dal pubblico e dagli addetti ai lavori. Tant’è che nell’anno successivo, nel 1950, prende parte a ben sei film, di cui tre con Totò: “ Totò Tarzan”, “Totò sceicco” e “Totò, 47 morto che parla” dov’è Gondrano, il cameriere del barone Totò. E’ un ruolo che ha già sostenuto in “Totò sceicco”, e che ripeterà ancora negli altri tre film con Totò, con nomi di personaggi sempre più adatti al ruolo: Luigino, Camillo e infine Battista. Ma è come Gondrano che viene ricordato. Ha a che fare con un Totò-barone avaro, avarissimo, che abita assieme al cameriere nel palazzo avito, spoglio di mobili e di suppellettili, dove però, da qualche parte, l’avaro barone nasconde il suo tesoro.

Gondrano nulla sa del tesoro e poco gliene importa. Ciò che maggiormente gli interessa è avere la possibilità di mangiare qualcosa. “Ma questo è vizio!” lo accusa il barone. La stessa accusa già rivolta al cavallo, che non ha voluto l’acqua invece della biada ed è morto.

Sul tema della fame e della taccagneria del barone si sviluppano nel corso del film vari siparietti, che ne costituiscono il tessuto comico, con Croccolo in perfetta sintonia nel ruolo di spalla di Totò. Croccolo disegna un cameriere tuttofare: maggiordomo, cuoco, giardiniere, stalliere, cocchiere, ecc.. E tutte le volte, per evitare di confondersi, chiede in quale veste deve svolgere le mansioni testé affidategli. Tutte le volte rispettoso e ossequiente, ma anche irriverente, se osa enumerare gli anni di mancato stipendio, quando viene minacciato di licenziamento. “In tal caso, sei riassunto” conclude il barone, in un empito di generosa avarizia.

La sua è una “spalla” in linea con la tradizione del ruolo, intrisa però di una “verve” comica personale, che era già stata colta nel film d’esordio e che quasi subito gli fa iniziare una carriera di tutto rilievo, durante la quale crea una serie di personaggi, con cui ha la possibilità di sfruttare la sua versatilità e la sua capacità di usare i dialetti. Capacità che gli ha permesso, ad esempio, di creare, lui napoletano, il personaggio di Pinotto, soldatino settentrionale timido e sprovveduto.

Gli è capitato anche di dover doppiare Totò, di cui ha sempre imitato la voce alla perfezione, in alcune scene esterne e in buona parte dell’ultimo telefilm della serie televisiva TuttoTotò, il cui montaggio fu ultimato quando Totò era già morto.

Mi rendo conto di aver ricordato un attore di grande talento come Carlo Croccolo, soltanto per la sua partecipazione a ben sette film di Totò, ma è su quelli che lasciò il segno più forte e per i quali sarà ricordato per sempre.

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