Enrico Vanzina saluta il fratello Carlo: ora sarai nel cinema Paradiso | Giornale dello Spettacolo
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Enrico Vanzina saluta il fratello Carlo: ora sarai nel cinema Paradiso

La struggente lettera del regista. "Ho provato a proteggerti per tutta la vita, perché eri più piccolo di me. Ma purtroppo non ce l'ho fatta. Lassù nel cielo bacia papà Steno e nostra madre"

Enrico Vanzina saluta  il fratello Carlo: ora sarai nel cinema Paradiso
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9 Luglio 2018 - 09.37


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E’ una lettera commossa e commovente quella che Enrico Vanzina scrive sul Messaggero in memoria del fratello scomparso prematuramente. “Per me, Carlo era tutto. Era mio fratello, era il mio migliore amico, era il mio confidente e io il suo, era il mio alter ego nel lavoro. Siamo stati insieme praticamente tutti i giorni della nostra esistenza, prima da piccoli, poi da adolescenti, poi lavorando insieme. Carlo è stato il mio passato ed era il mio futuro. Essendo il fratello maggiore ho provato a proteggerlo per tutta la vita. Non ce l’ho fatta. Come diceva George Simenon ‘bisogna accettare la vita come viene, lei è più forte di noi'”.
Vanzina che ieri aveva affidato alle agenzie uno stringato comunicato, oggi racconta anche il privato dell’amatissimo fratello. “Era un marito e un padre meraviglioso – scrive – nel lavoro è stato un formidabile regista. Io, che ho lavorato anche con altri grandissimi autori, vi assicuro che lui, per delle sue doti innate, come Sugar Ray Robinson, o Pelè, o Ribot, era il più bravo di tutti”. Poi racconta un aneddoto, il più straziante per lui: “Pochi giorni prima che la sua malattia peggiorasse, anche se affaticato dalle cure, veniva ancora in ufficio a lavorare. Una mattina, mentre stavamo inventando la scena di un nuovo film, si è messo a fissare il vuoto – racconta Enrico Vanzina – poi si è alzato, è venuto vicino a me, mi ha accarezzato lievemente la testa e mi ha detto: ‘Stai tranquillo, io ho avuto una vita meravigliosa’. Per me è stata una fucilata al cuore. Era il suo addio prematuro. Dolce, come lo era lui”. Enrico conclude il suo ricordo immaginando che il fratello sia ora in ottima compagnia “accanto a papà Steno e a tutti i suoi amici che erano anche cari amici di Carlo”, da Monicelli a Trovaioli, da Scola a Villaggio, da Ugo Tognazzi a Gigi Magni fino a Alberto Sordi “che adorava Carlo per il suo umorismo e per la sua grazia assoluta”. “Chissaà se lassù fanno film. Se sì – scrive Enrico – fai sorridere, come hai fatto in terra, anche il pubblico del Vecchio Cinema Paradiso. E dai un bacio a Mamma. Adesso è lei che ti proteggerà in eterno”.

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