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Wim Wenders e il film sul Papa: "Francesco ci ricorda che siamo tutti migranti"

Il regista tedesco parla del documentario proiettato in anteprima mondiale a Cannes: "è una biografia delle sue idee"

Wim Wenders e il film sul Papa: "Francesco ci ricorda che siamo tutti migranti"
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14 Maggio 2018 - 17.21


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“Ho pensato che il mio cinema potesse avere degli elementi in comune con l’anima del suo messaggio. Non ho voluto fare un film su lui come persona. Non è una biografia di Papa Francesco, è una biografia delle sue idee e queste idee sono molto vicine al mio cuore”. Lo ha detto il regista Wim Wenders, in un’intervista a Tv2000, presentando il film documentario Papa Francesco – Un uomo di parola, dedicato a Jorge Mario Bergoglio e proiettato in anteprima mondiale al 71esimo Festival di Cannes.
“Avevo iniziato la preparazione già due anni prima – ha detto Wenders – e scritto l’ossatura del film prima di conoscere Papa Francesco. La prima volta che l’ho incontrato è stato per una lunga chiacchierata di due ore. La mia idea era che Papa Francesco parlasse direttamente alla gente, mentre io non appaio nel documentario mi limito a narrare. Francesco davvero sa come parlare alle persone, dice cose semplici e al tempo stesso profonde e per questo la gente lo ama e lo segue”.
“Papa Francesco – ha proseguito il regista tedesco – dice molte cose fondamentali sul tema dei migranti. Prima di tutto sottolinea che non hanno un vero e proprio statuto giuridico internazionale e dovrebbero essere protetti dalle norme del diritto internazionale ma soprattutto ci dice che siamo tutti migranti, tutti in Europa siamo migranti”.
“Nel mio paese in Germania – ha sottolineato Wenders – milioni di persone hanno vissuto la realtà dell’immigrazione dopo la Seconda guerra mondiale. Questo ci insegna che la storia e il fenomeno migratorio è parte dell’umanità. Il Papa ci ricorda anche che possiamo vivere tutti con qualcosa in meno rinunciando anche a piccole cose. Se pensiamo solo a crescere ed accumulare, che si tratti di Europa, America, Cina o Russia, questo vuol dire lasciare il nostro prossimo. Lasciare dietro di noi centinaia di migliaia di persone. Il Papa ci ricorda di non escludere le persone, ma anzi di preoccuparci di includerle. Questo lo possiamo fare tutti rinunciando a qualcosa, anche a poco. E per il nostro prossimo può fare la differenza”.
“Papa Francesco – ha aggiunto ancora il regista – ci ricorda che siamo tutti amati da Dio. Anche se noi non vogliamo Dio, ci ama lo stesso e io ci credo davvero: Dio ci guarda e ci ama e questo riguarda tutti anche chi crede in altre religioni, anche chi non crede in Dio. Ci ama tutti comunque e quando Papa Francesco me lo ha ricordato il mio cuore si è fermato per un attimo. E’ fondamentale che sia il Papa a ricordarcelo”.
“Questo uomo – ha concluso Wenders – ci restituisce speranza. La sua positività, il suo ottimismo ci libera dai veleni del nostro tempo. Si’ ha ragione lui ce la possiamo fare”.

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