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E' morta Choi Eun-hee, l'attrice rapita dalla Corea del nord per girare film

La star sudcoreana aveva 91 anni. Il sequestro nel '78 ad Hong Kong su ordine di Kim Jong Il

E' morta Choi Eun-hee, l'attrice rapita dalla Corea del nord per girare film
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17 Aprile 2018 - 15.33


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E’ morta Choi Eun-hee, l’attrice sudcoreana nota per essere stata rapita per ordine dell’ex leader nordcoreano Kim Jong Il che voleva girasse film per Pyongyang. Una vita lunga e avventurosa, che ha ispirato diversi libri e film, segnata da quello che lei ha sempre definito uno “scandaloso rapimento”.
Choi Eun-hee, che aveva 91 anni, era stata per decenni la grande star del cinema sudcoreano prima di essere rapita dalle spie nordcoreane a Hong Kong nel 1978, su richiesta di Kim Jong Il, grande appassionato di cinema.
Poco dopo, anche il marito Shin Sang-ok, famoso regista morto nel 2006, fu portato in Corea del nord in circostanze ancora misteriose. La coppia rimase bloccata a Pyongyang per otto anni, girando insieme una decina di film per ordine di Kim Jong Il, il padre dell’attuale leader nordcoreano Kim Jong Un.
Nonostante la detenzione, spesso viaggiavano all’estero per le riprese e per partecipare a festival cinematografici, sempre sotto stretta sorveglianza degli agenti di Pyongyang. Choi venne premiata come migliore attrice al Moscow International Film Festival nel 1985 per il suo ruolo in “Salt”, un film sui coreani che combatterono contro il colonizzatore giapponese tra il 1910 e il 1945.
La coppia, divorziata nel 1976, si risposò durante un viaggio in Ungheria sempre su richiesta di Kim. Ma dopo aver partecipato alla Berlinale nel 1986, i due organizzarono una spettacolare fuga attraverso l’ambasciata degli Stati Uniti a Vienna. Rimasero in America per più di 10 anni, prima di tornare in Corea del sud nel 1999.
Nel 2011, Choi spiegò in un’intervista che Kim Jong Il “li aveva rispettati come artisti” ma che non avrebbe mai potuto perdonarlo per il suo “scandaloso rapimento”.

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