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Anche la produttrice di 'Marco Polo' accusa Weinstein e chiede 10 milioni di dollari

Le presunte aggressioni sessuali risalirebbero fino al settembre scorso, subito prima dell'esplodere dello scandalo. Alexandra Canosa accusa anche la Weinstein Company di connivenza

Anche la produttrice di 'Marco Polo' accusa Weinstein e chiede 10 milioni di dollari
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23 Dicembre 2017 - 12.09


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La produttrice Alexandra Canosa (nota per avere prodotto la serie ”Marco Polo” di Netflix) ha citato in giudizio Harvey Weinstein per molestie sessuali, aggressione fisica, “intimidazione sessuale” e “pressione emotiva” chidendo un risarcimento per i danni patiti di dieci milioni di dollari. Alexandra Canosa ha anche citato la Weinstein Company ed i suoi amministratori, accusandoli di complicità e negligenza.
L’ ”assalto fisico” è un concetto molto ampio nella legge degli Stati Uniti e include violenza sessuale, sebbene l’esatta natura delle accuse della signora Canosa non sia spiegata nel documento inoltrato alla Corte Suprema dello Stato di New York.
“Harvey Weinstein ha minacciato (la presunta vittima, ndr) e le ha detto chiaramente che se non avesse ceduto alle sue avances o avesse rivelato la sua condotta, ci sarebbero state rappresaglie, tra cui l’umiliazione, la perdita del posto di lavoro e l’impossibilità di lavorare di nuovo nel mondo dello spettacolo “, spiega il documento.
Secondo Alexandra Canosa, gli episodi al centro delle accuse sarebbero presumibilmente avvenute fino allo scorso settembre.
Per quanto riguarda la società di produzione e i suoi dirigenti, “sapevano o avrebbero dovuto sapere delle azioni di Harvey Weinstein e non hanno fatto nulla per modificarle o circoscriverle”, aggiunge il documento. Invece, accusa la produttrice, la Weinstein Company ha ”facilitato, nascosto e supportato questo comportamento criminale”
Un portavoce dell’ex produttore, di fronte alle nuove accuse, ha utilizzato la risposta di sempre: tutte le accuse di rapporti sessuali forzati sono confutate dal signor Weinstein, secondo il quale ”non c’è mai stata una rappresaglia contro una donna per aver rifiutato le sue avances”.

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