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Ellen Page: mi vergogno di aver lavorato con Woody Allen

L'attrice interviene sui predatori sessuali. Il riferimento sono le accuse di Mia Farrow che ha accusato Allen di aver molestato la figlia adottiva quando aveva sette anni

Ellen Page: mi vergogno di aver lavorato con Woody Allen
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12 Novembre 2017 - 12.22


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L’accusa è pesante perché riguarda un artista già da anni al centro dei sospetti e, anzi, a qualcosa di più dei sospetti, perché si tratta di vere e proprie accuse.
Adesso Ellen Page «si vergogna» di aver lavorato con Woody Allen. L’attrice ha pubblicato un lungo messaggio su Facebook che riguarda i «predatori sessuali» che bazzicano ad Hollywood. Nel suo scritto, accusa principalmente Brett Ratner, produttore americano, di aver rivelato il fatto che fosse lesbica prima che lei stessa facesse coming out. Ratner avrebbe detto a un’altra donna presente durante le riprese del film X-Men. quando la Page aveva solo 18 anni,: «Dovresti farci l’amore in modo che realizzi che è gay».
Nel suo post, l’attrice se la prende poi con Woody Allen, con il quale nel 2012 ha girato “To Rome with Love”. Si rammarica che l’industria cinematografica non abbia reagito immediatamente di fronte alle affermazioni che iniziavano ad emergere su Harvey Weinstein e Bill Cosby, ma anche su Roman Polanski e Woody Allen, sui quali pesano accuse di molestie su minori.Oggi, si pente di aver accettato di recitare per Allen e non è particolarmente fiera di questa collaborazione. «Ho girato un film con Woody Allen, è la cosa di cui mi pento di più in tutta la mia carriera», ha scritto. «Me ne pento. Non avevo ancora il carattere che ho oggi e percepivo una certa pressione, perché evidentemente “non si può dire no a Woody Allen”. Sono io che scelgo i film che faccio, e in quel caso feci un errore».
Mia Farrow accusa da diverso tempo Woody Allen, suo ex compagno, di aver fatto subire delle molestie alla loro figlia adottiva nel ‘92, quando aveva solo 7 anni. Il cineasta ha sempre smentito. Oggi, Allen è sempre sul filo del rasoio. Ronan Farrow è infatti stato l’artefice dell’inchiesta del New Yorker che ha sollevato il polverone che ha coinvolto Weinstein il mese scorso.

 

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