Daniel Day-Lewis, l'ultima volta dietro la cinepresa: 'Phantom Thread' è il suo intrigante addio | Giornale dello Spettacolo
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Daniel Day-Lewis, l'ultima volta dietro la cinepresa: 'Phantom Thread' è il suo intrigante addio

Day Lewis, l'unico divo del cinema ad aver vinto tre volte un premio Oscar, aveva annunciato a giugno che non fara' più film: questa è stata la sua ultima fatica

Daniel Day-Lewis, l'ultima volta dietro la cinepresa: 'Phantom Thread' è il suo intrigante addio
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25 Ottobre 2017 - 10.19


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Daniel Day Lewis ci lascia solo questi pochi minuti, fino a Natale: l’attesa non sarà breve, vista anche la consapevolezza che questo sarà l’ultimo film del tre volte premio Oscar. Il regista ha infatti dichiarato a giugno la sua intenzione di ritirarsi, e non produrre più alcuna pellicola: dopo Il Petroliere del 2007, ecco un’altra perla rara di Day Lewis che, nella sua prima clip, ha già mandato in visibilio il web.
Il nuovo dramma, nelle sale Usa il 25 dicembre, e’ ambientato nella Londra del secondo dopoguerra. Day-Lewis, di nuovo eroe romantico dopo la performance in “Eta’ dell’Innocenza” di Martin Scorsese, interpreta la parte di Reynolds Woodcock, celebre sarto che avvia una complicata relazione con una donna forte incontrata per caso (la lussemburghese Vicky Krieps). Come per Il Petroliere (“There Will be Blood”), la colonna sonora e’ stata composta da Jonny Greenwood dei Radiohead che ha prodotto la musica per altri film di Anderson come “The Master” e “Inherent Vice”.
“Phantom Thread” arriverà’ nelle sale a fine dicembre in tempo per la stagione degli Oscar: se dovesse vincere sarebbe la quarta volta per Day-Lewis dopo “Il mio piede sinistro” nel 1989, “Petroliere” e Lincoln del 2012. Anderson invece non ha mai vinto una statuetta pur essendo stato più volte candidato. Grande recitazione e grande moda: si dice che gli abiti creati da Woodcock sono chiaramente ispirati a quelli di Charles James, lo stilista britannico che conquisto’ l’America negli anni Cinquanta e a cui il Costume Institute del Metropolitan dedico’ nel 2014 la sua mostra dell’anno dopo la riapertura delle sue gallerie intitolate a Anna Wintour. “Woodcock e la sorella Cyril sono al centro della moda britannica. Vestono aristocratiche e reali, dive del cinema, ereditiere, debuttanti e grandi dame. Le donne vanno e vengono nella vita di Reynolds dando allo scapolo inveterato ispirazione e compagnia, fino a quando lui non incontra una donna forte, Alma, che diventa ben presto la sua musa e la sua amante”, si legge nella sinopsi del film uscita in parallelo al trailer che descrive “un artista impegnato in un viaggio creativo e le donne che mandano avanti il suo mondo”.

Sposato con la scrittrice e regista Rebecca Miller, la figlia del leggendario commediografo Arthur Miller, Day-Lewis ha toccato un pubblico di ogni generazione. Per lui non e’ il primo addio al cinema anche se stavolta l’annuncio di giugno aveva il sapore del definitivo: dopo aver girato “The Boxer” di Jim Sheridan nel 1997, l’attore era scomparso a Firenze come apprendista nella bottega di San Frediano del leggendario maestro calzolaio Stefano Bemer. “Boxer” avrebbe potuto essere il suo canto del cigno, se Scorsese non fosse riuscito a ripescarlo per “Gangs di New York”.

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