Retrospettiva dedicata a Liliana Cavani a "Capri, Schermi d'Arte" | Giornale dello Spettacolo
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Retrospettiva dedicata a Liliana Cavani a "Capri, Schermi d'Arte"

Autrice scomoda, intellettuale lucidissima, la regista non si è mai piegata agli interventi della censura, alle interpellanze parlamentari e all’audacia sessuale.

Retrospettiva dedicata a Liliana Cavani  a "Capri, Schermi d'Arte"
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24 Luglio 2017 - 16.26


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La quarta Edizione della Rassegna Cinematografica “Capri, Schermi d’Arte” intende dedicare una breve retrospettiva a Liliana Cavani, la Regista che con film come Portiere di notte, La pelle, i tre Francesco, solo per citare i più celebri, ha onorato nel mondo il cinema italiano d’impegno. Autrice “scomoda”, intellettuale lucidissima, Liliana Cavani non si è mai piegata agli interventi della censura, alle interpellanze parlamentari, non ha mai rinunciato alla verità, alla carica polemica, all’audacia sessuale, di cui è simbolo il celebre seno nudo fra le bretelle di Charlotte Rampling, in testa il cappello da ufficiale nazista. Dopo aver curato una serie di trasmissioni, a carattere soprattutto storico, girò, sempre per la tv, Francesco d’Assisi (1966), tentativo di interpretazione non convenzionale, che denotava notevoli capacità di stile. In Galileo (1968) ancora una figura storica presa come occasione di discussione di temi (religione e potere) di attualità. Seguirono I cannibali (1969), L’ospite (1970) e Milarepa (1973). La risonanza critica e il successo di pubblico giunsero con Il portiere di notte (1974), che descrive l’ambigua complessità di rapporti tra vittima e carnefice. Ha poi diretto: Al di là del bene e del male (1977), sulla vita di Nietzsche; La pelle (1981, dall’omonimo romanzo di C. Malaparte); Oltre la porta (1982); Interno berlinese (1985); Francesco (1989); Dove siete? Io sono qui (1993); Ripley’s game (2002). Tra i suoi film televisivi, ricordiamo De Gasperi, l’uomo della speranza (2005), Einstein (2008) e Troppo amore (2012). Ha diretto inoltre alcune opere liriche: La traviata (1992); Cavalleria rusticana (1996); Manon Lescaut (1998). Nel 2012 è stata insignita del David di Donatello alla carriera; nello stesso anno ha presentato fuori concorso alla 69a edizione della Mostra del cinema di Venezia il documentario Clarisse. Nel 2016 ha debuttato nella regia teatrale con la commedia Filumena Marturano, in scena alla 59° Edizione Festival dei Due Mondi di Spoleto. Dopo Franco Zeffirelli e Mario Martone, quest’anno il Premio Axel Munthe 2017 alla Carriera sarà consegnato a Lei, a conclusione della Rassegna, sabato 26 agosto.

Nel programma della Rassegna, altri cinque film: Moravia visto da se stesso di Silvana Palumbieri, in occasione del centenario della nascita del grande scrittore romano, Napoli’44 di Francesco Patierno, tratto dall’omonimo libro di Norman Lewis, ritratto spiazzante e commovente di una Città unica, piegata e umiliata da fame e miseria durante i tragici eventi del Secondo Conflitto mondiale, ma sempre pronta a risorgere e curiosamente vicina al presente.

E non è certo un caso che nello stessa giornata saranno programmati Napoli’44 di Francesco Patierno, tratto dal romanzo di Lewis opposto e complementare a La pelle di Liliana Cavani, tratto dall’omonimo libro di Curzio Malaparte.

60-Ieri, Oggi, Domani di Giorgio Treves, affettuoso Tributo a Gian Luigi Rondi, scomparso il 22 settembre dello scorso anno, uomo di Cinema a 360°, ideatore e presidente dei Premi David di Donatello, i cui 60 anni vengono raccontati attraverso eccezionali immagini di repertorio delle star di ieri e di oggi (Marylin Monroe, Ingrid Bergman, Vittorio De Sica, Roman Polanski, Walt Disney, Sergio Leone, Michelangelo Antonioni, etc.), testimonianze e ricordi di registi, attori, protagonisti del cinema, che vincendo il David hanno scandito nel corso dei decenni l’identità del nostro cinema.

Come consuetudine della Rassegna, anche quest’anno è presente nel programma un Tribute a un grandissimo intellettuale, regista, drammaturgo e scrittore napoletano, Giuseppe Patroni Griffi (1921-2005), di cui riproporremo il suo primo film Il Mare, ambientato a Capri, e Metti, una sera a cena con Peppino, il documentario sulla vita personale e artistica del Maestro, firmato da Antonio Castaldo e da Giuseppe Patroni Griffi junior, l’omonimo pronipote dell’autore napoletano, che ha collaborato alla sceneggiatura.

Nel segno della continuità, quindi, assume una valenza molto particolare la presenza a Capri del nipote di Giuseppe Patroni Griffi, Autore che ha lasciato testimonianze ancora emblematicamente attuali nella Storia del Teatro e dello Spettacolo Italiano del Novecento, caratterizzando la sua poetica teatrale in una continua sperimentazione espressiva e formale, orientata alla ricerca di una lingua “contaminata”, specchio del mondo rappresentato e voce di un’umanità diversificata in cui il registro alto e quello basso si confrontano senza esclusione di colpi.

Infine, per le arti figurative, una piccola retrospettiva dedicata a Carlo Perindani (Milano, 1899 – Capri, 1986), Maestro della luce e del mare di Capri, per intendere la cui opera “bisogna innanzitutto pensare al mare e tenere ben presente questo caso raro e curioso di un ambrosiano al cento per cento alle prese con il mare. Un mare da fissare sulla tela. Un mondo liquido, cromatico mutevole, difficile, traditore, potente ed eterno; una gigantesca forza di pura bellezza difficile da incatenarsi e da fissare. Un’impresa da innamorato. L’assunto di tutta una vita perché Carlo Perindani, cittadino della metropoli della nebbia è ormai cittadino onorario dei regni del mare” (Aldo Cerchiari).

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