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Il regista dell'eros Tinto Brass: "Mi sposo per decidere come morire"

In agosto le nozze con Caterina Varzi, sua assistente. Il regista: "Le consegno la chiave della mia vita, sicuro che la girerà al momento giusto"

Il regista dell'eros Tinto Brass: "Mi sposo per decidere come morire"
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23 Luglio 2017 - 12.13


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Sposarsi per amore e per morte, in un patto di fine vita che è come l’epilogo malinconico di un film. Tinto Brass, 84 anni, sposerà il 3 agosto Caterina Varzi, la donna che lo ha fatto rinascere dopo l’ictus: “Sarà la felice conclusione della mia esistenza – ha commentato il regista, che ha fatto la storia del cinema erotico italiano – quando io non sarò più in grado di badare a me stesso, Caterina sceglierà per me la cosa giusta.
Tinto Brass ha parlato senza mezzi termini di eutanasia: “Le consegno la chiave della mia vita, sicuro che la girerà al momento giusto”. Prima di conoscere Brass, in un’altra vita, Caterina Varzi, 56 anni, è stata ricercatrice universitaria e avvocato con la passione per la psicanalisi. L’incontro con il regista l’ha portata sul set di uno dei suoi film,  il cortrometraggio Hotel Coubert. Dal maggio 2010 è la sua assistente. “Mi ha riportato alla vita e alla memoria quando ero finito e pensavo di buttarmi dalla finestra dell’ospedale” ha raccontato Brass, che pronuncerà il sì per sempre, sino alla morte che lui stesso vorrà potersi dare, in casa alla presenza di quattro testimoni.
Sulla volontà di scegliere e decidere della propria vita e della propria morte, il maestro dell’eros al cinema ha commentato: “Voglio essere libero di decidere come morire, prima di perdere la dignità. Con Caterina abbiamo un patto molto forte, che vogliamo suggellare con il matrimonio. Se mi venissi a trovare in una condizione grave e irreversibile è giusto staccare la spina. E lei potrà decide reil nostro ultimo viaggio insieme. In Svizzera perché no?”. Nessun interesse economico: “Al contrario di qualcuno pensa – conclude Tinto Brass -, lei non avrà ricchezze per il semplice fatto che non ho proprietà. La cosa più importante che possiedo è il mio archivio che è fondamentale solo per il mio lavoro”.

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