Due pellicole per affrontare con maggiore ottimismo, e ce n’è davvero bisogno, gli anni turbolenti che stiamo vivendo. Uno, Paterson di Jim Jarmusch, storia di un autista di autobus con aspirazioni poetiche, vi regalerà la gioia pura del cinema che si fa poesia, sostanza vitale di un mondo a parte, sospeso nel tempo e nello spazio, dove il protagonista ascolta il battito segreto delle cose e delle parole per trasferirlo in una dimensione poetica. Paterson è un richiamo zen a cogliere la vita nel suo scorrere sempre uguale e sempre diverso, con la consapevolezza che tutto è illuminato se riusciamo a vederlo con animo puro. Capolavoro minimalista, Paterson insegna la grandezza delle piccole cose.
Anche Aquarius, opera seconda del brasiliano Kleber Mendonça Filho (produce Walter Salles), è una storia di vita quotidiana, ma in questo caso minacciata dalla speculazione travestita da sviluppo. Aquarius è la storia di una donna non più giovane che deve lottare per difendere il proprio appartamento dalle mire di una potente impresa di costruzioni che vuole costringerla a venderlo. Unica inquilina ancora presente nel palazzo – tutti gli altri appartamenti sono stati già comprati dalla ditta di costruzioni – donna Clara è l’ultimo ostacolo per la realizzazione di un nuovo mega progetto immobiliare sul lungomare di Recife. Ma donna Clara, interpretata da una splendida Sonia Braga, non molla. La sua vita è ancorata a quella casa che rappresenta la sua memoria, la sua storia e quella della sua famiglia, e lei non ha nessuna intenzione di svenderla. Il microcosmo di donna Clara diventa suo malgrado l’ultima postazione contro l’ambiguità del nuovo che avanza, di uno sviluppo senza regole, se non quelle del denaro. La sua lotta isolata, la sua forza, la sua tenacia e la sua vittoria sono un augurio per tutti quelli che non si arrendono.