Burton: "Assomiglio ai ragazzi di Miss Peregrine" | Giornale dello Spettacolo
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Burton: "Assomiglio ai ragazzi di Miss Peregrine"

Il visionario regista ha presentato alla stampa italiana il suo ultimo lavoro "Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali", in uscita il 15 dicembre.

Burton: "Assomiglio ai ragazzi di Miss Peregrine"
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6 Dicembre 2016 - 15.43


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Come sono simili a lui i ragazzi speciali che abitano la casa di Miss Peregrine. A rivelarlo è a Roma Tim Burton, che ha presentato alla stampa – dopo la premiere di ieri sera – il suo ultimo lavoro “Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali”, che arriverà nelle sale italiane dal 15 dicembre. “Io non ero un bambino particolarmente strano, o almeno non mi ci sentivo, ma gli altri mi consideravano così – ha detto Tim Burton. Ho opposto resistenza, ma questo a volte ti isola ancora di più. Sta di fatto che sto ancora elaborando questi temi con i miei film: forse è la forma di terapia più costosa che esista”.

Il tema dei “ragazzi speciali” è caro al visionario regista e ha accompagna tutta la sua carriera fin dagli esordi. “Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali” è tratto da un libro di Ransom Riggs che ha venduto un milione e mezzo di copie, e i protagonisti del film sono Eva Green e Asa Butterfield. La storia raccotata è quella di Jacob, un adolescente che dopo la misteriosa morte del nonno si reca in una piccola isola del Galles alla ricerca di un gruppo di bambini orfani dotati di poteri speciali. Li trova nella residenza della misteriosa Miss Peregrine, di cui il nonno gli aveva molto parlato. In quel luogo scopre una storia che si snoda tra passato e presente, con personaggi feroci e orribili creature che mettono in pericolo quei bambini speciali. “Mi ha incuriosito il titolo del libro, perché quei ‘ragazzi speciali’ mi ricordavano me da bambino” ha esordito oggi Burton, apparso molto affabile e solare di fronte alla stampa, smentendo la sua nomea di personaggio dark.

Il film inizia proprio con Jacob che ritrova delle vecchie fotografie e, a proposito di questo, Burton ha aggiunto: “Le foto mi piacciono perché non raccontano tutto, conservano un mistero. Oggi siamo travolti dalle immagini, tutto è veloce, ma questo è una specie di sogno, e i sogni hanno un ritmo più lento” perché la velocità non fa parte del suo immaginario: “Se tocco un computer o un telefonino subito si rompe, ho un rapporto pessimo con la tecnologia, mi terrorizza. Trovo terribile che i ragazzi misurino la propria autostima con dei like. E non gioco neanche con la tecnologia: fa troppo rumore, e io ne ho già abbastanza nella mia testa”.

E Burton ha spiegato anche che preferisce il sogno alla realtà: “Le cose mi sembra che si muovano in modo sempre più veloce e più bizzarro. – ha detto – Sono tempi strani, basta pensare alla Brexit o alle elezioni americane: alcune persone sono rimaste sotto shock. Succedono cose particolari in ogni Paese e ciò che mi sembra molto interessante è che si continuino sempre a sbagliare le previsioni”.

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