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Insieme sul set con Ficarra e Picone del loro ultimo film: "L'ora legale"

Il Giornale dello Spettacolo ha avuto un accesso esclusivo per un’intera giornata alle riprese de L’Ora Legale, lo scorso ottobre. Il film sarà in sala a gennaio

Insieme sul set con Ficarra e Picone del loro ultimo film: "L'ora legale"
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30 Novembre 2016 - 10.20


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di Marco Spagnoli

Sarà nelle sale a fine gennaio il nuovo film di Ficarra e Picone distribuito da Medusa, che i due attori e registi siciliani hanno, come loro abitudine da qualche anno, prodotto attraverso la loro società Tramp. L’Ora Legale propone un cast particolarmente ricco per quella che si annuncia essere una commedia corale con Vincenzo Amato, Eleonora De Luca, Tony Sperandeo, Leo Gullotta, Francesco Benigno, Gaetano Bruno, Antonio Catania.

Un film che, sulla carta, potrebbe segnare una svolta molto interessante e importante per i due artisti reduci da Andiamo a quel paese che ha incassato, nel 2014, oltre otto milioni di Euro e che ha dato un segno particolarmente originale al loro stile comico inconfondibile e molto apprezzato dal pubblico. “C’è un tempo per dire delle cose, un tempo per dirne altre: erano due anni che volevamo raccontare questa storia, ma non avevamo ancora trovato la dimensione giusta. Per noi la cosa più importante è progredire nel tipo di film che facciamo per rimanere in sintonia con il pubblico e con l’epoca in cui viviamo.

Alcuni film nascono da delle idee, altri da delle singole scene. Non abbiamo un piano, ma solo un grande entusiasmo” Salvo Ficarra e Valentino Picone sanno l’idea di cambiare rotta e diventare ancora più ‘estremi’ nel loro modo di fare commedia, raccontando le travagliate vicende di un paese di finzione chiamato Pietrammare dove un giorno arriva ‘la legalità’ nei panni dell’elezione di un sindaco per bene che ha il carisma e la simpatia di Vincenzo Amato, rispetto alla durezza del primo cittadino uscente portato sullo schermo da un granitico Sperandeo. “Questo film nasce dall’idea di volere continuare a seguire le avventure dei due protagonisti di Andiamo a quel paese che avevamo lasciato con la laurea in mano e una guantiera di pasticcini davanti alla bara aperta di un politico morto.” Spiegano “Chi erano questi che continuavano a cercare una raccomandazione ‘perché la vera politica non muore mai?’. È un quesito che ci siamo posti insieme al nostro autore storico Fabrizio Testini, a Edoardo De Angelis e alla new entry nel nostro gruppo di lavoro Nicola Guaglianone reduce dal successo di Lo chiamavano Jeeg Robot.” Osservano ancora i due attori. “Sin dal nostro primo film siamo stati interessati da un cinema in grado di raccontare delle storie che attirassero l’attenzione del pubblico, ribaltando i
luoghi comuni rispetto alla Sicilia e all’Italia.

La satira deve potere fare questo tipo di operazione: il problema è che oggi a noi attori ci viene chiesto dal pubblico di dire sempre la verità, mentre questa va domandata ai politici e non ai comici. Noi dobbiamo potere essere liberi di inventare e di mentire.”

L’Ora Legale ha un cast molto ampio… Noi amiamo molto gli attori e nel corso degli anni abbiamo voluto mettere insieme cast con grandi interpreti che adoriamo. Come Leo Gullotta che in questo film recita nei panni di Padre Raffaele, un parroco non senza una punta di ambiguità dinanzi all’onestà. O come Vincenzo Amato che porta sullo schermo un Sindaco integerrimo con una figlia cui vuole molto bene interpretata da Eleonora De Luca…L’Ora Legale è un film corale perché il vero protagonista è il popolo che va raccontato e mostrato con tutte le sue sfaccettature. Del resto è quello che ci piace, che adoriamo fare. Per questo scegliamo dei complici. L’altro giorno durante le prove nella Cattedrale di Termini Imerese, una vecchietta si è avvicinata a Leo Gullotta, un attore sempre in parte, e gli ha chiesto se si poteva confessare…speriamo si sia limitato a questo e non abbia celebrato anche qualche
matrimonio.

Sul set siete molto affiatati sia davanti che dietro alla macchina da presa: litigate mai? Sempre, del resto le nostre storie nascono dal confronto. Rispettoso, ma costante.

Quali sono le coppie che vi affascinano di più? Quelle “fisse” come Stanlio e Ollio, ma anche quelle casuali come Jack Lemmon e Walther Matthau che pure lavorando spesso insieme, hanno avuto anche delle grandi carriere da soli. Nella coppia comica c’è una possibilità in più: Totò da solo è fortissimo, ma con Peppino De Filippo è una bomba. Per noi la coppia comica è il meglio che ci può essere dal punto di vista della comicità.

Qual è il segreto del successo? Il rispetto. Se l’altro ti vuole ‘fare male, ti può distruggere. Guardando certi film si capisce di quando una coppia professionale è alla fine della sua corsa.

La vostra commedia affonda le radici nella realtà: come ci riuscite?
Vivendo a Palermo e continuando a frequentare gli amici e le persone di sempre. Viviamo nella realtà che abbiamo sempre conosciuta e non in una bolla nell’elegante periferia di Milano o al Centro di Roma. Abbiamo amici che hanno perso il lavoro che vivono delle difficoltà. La nostra generazione può permettersi di vivere in Sicilia e di prendere l’aereo. In realtà casa nostra
è a meno di un’ora di aereo da tutta Italia. Un privilegio che ci differenzia dalle altre generazioni di attor siciliani.

Quali sono gli altri vantaggi? Noi siamo Siciliani e vivendo qua siamo sicuri di non ‘imitare’ i Siciliani. Recemente abbiamo fatto un provino ad un attore di Catania che parlava una lingua televisiva e gli abbiamo chiesto perché si esprimesse così. Ci ha risposto “Ma questo è il siciliano che ti chiedono di recitare in Tv…” Rimanere in Sicilia ha mantenuto il nostro essere genuini. Al tempo stesso, però, ogni volta cambiamo compagni di viaggio. Ci piace molto lavorare con attori siciliani: alcuni conosciuti, altri meno. Amiamo mescolare
energie differenti.

Il prossimo film? Abbiamo già una serie di idee, ma è ancora presto per parlarne. Potremmo, però, addirittura girarlo già la prossima estate.

Quale qualità devono avere i film per interessarvi? Essere sinceri: tutto parte dalla storia. La comicità può cambiare, ma le storie rimangono.
I film devono funzionare per le storie che raccontano e le emozioni che suscitano al di là della comicità che – con il tempo degli anni – può cambiare o addirittura passare. Quello che resta è il racconto e la sua capacità di provocare sentimenti.

Ricevete proposte da altri? Alcune, ma noi più che artisti siamo artigiani e facendo tutto quando noi il tempo che ci resta non è molto. Poi alcune volte ci hanno proposto film partendo dal cast, ovvero da chi c’era insieme a noi e non dalla storia. In quel caso preferiamo lasciare stare. Nessuno ci obbliga a fare cinema: sono le idee a spingerci. Il bello sta nel rimescolare sempre le carte.

Perché il cinema? Perché resta: noi adoriamo fare televisione, ma se uno riesce a fare un film che viene bene, quello resta lì ed è questa la magia. Non c’è niente di più bello di un bambino che ti ferma per strada perché ha visto il tuo film al cinema con il suo papà e la sua mamma. Quella è una risata che resta e che ci rende felici.

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