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Alla Festa di Roma "Denial", il processo tra Shoah e negazionismo

Denial - La verità negata, presentato alla Festa del Cinema di Roma nella proiezione delle 19.30 in Sala Sinopoli.

Alla Festa di Roma "Denial", il processo tra Shoah e negazionismo
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17 Ottobre 2016 - 14.57


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Al centro della storia c’è il processo intentato dallo storico negazionista inglese David Irving contro la studiosa americana che lo accusava di essere un “partigiano di Hitler” e un falsificatore della Storia perché sosteneva che il Fuhrer aveva tentato di proteggere gli ebrei, che l’Olocausto era solo un’invenzione e che le camere a gas nei campi di sterminio non erano mai esistite.

Sembra una storia assurda eppure questo è quello che è avvenuto nel processo David Irving contro Deborah Lipstadt che alla fine degli anni ’90 ha tenuto per mesi col fiato sospeso il mondo intero. Quella vicenda, raccontata in un libro, “History on Trial: My Day in Court with a Holocaust Denier” di Deborah Lipstad, è ora un film di Mick Jackson con Rachel Weisz e Timothy Spall, ‘Denial – La verità negata’, presentato oggi alla Festa del Cinema di Roma nella proiezione delle 19.30 in Sala Sinopoli.

La professoressa Lipstadt si è trovata a dover dimostrare che l’Olocausto è avvenuto realmente, che ad Auschwitz i prigionieri venivano uccisi in camere a gas e che Hitler era responsabile dello sterminio. “Su cosa si basa chi nega la Shoah?”, si chiede all’inizio del film la protagonista, “su quattro punti: non c’è stato alcun sistematico sterminio degli ebrei; il numero delle vittime dell’Olocausto non è 4, 5 o 6 milioni ma qualche migliaio; non sono mai esistite le camere a gas; l’Olocausto è un’invenzione dei sionisti”. Inoltre, spiega ancora Lipstadt-Weisz, non c’è alcuna foto dei campi di concentramento fatta durante la guerra e, quindi, non ci sono prove. Ma le prove, ben documentate, ci sono e sono quelle prodotte dallo studio legale di Richard Rampton (Tom Wilkinson) che hanno permesso di mettere la parola fine alla carriera di “storico” del negazionista David Irving.

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