@marco_spagnoli
Il destino non fa sconti a nessuno: nemmeno ai giganti del cinema.
Questo è quello che viene da pensare nell’apprendere della morte di Gene Wilder solo due giorni prima dell’evento newyorkese del Radio City Music Hall dove Mel Brooks torna ad incontrare il pubblico in un’esilarante (almeno così è stata annunciata la scorsa settimana) conversazione dopo una proiezione speciale di Mezzogiorno e mezzo di fuoco (Blazing Saddles).
Un altro film controverso nato dal genio irriverente e sovversivo di Mel Brooks, uno dei più grandi comici della storia del cinema che nella sua carriera ha stimolato il pubblico con commedie intelligenti, assurde, demenziali in cu la matrice yiddish del suo humor visionario ha conquistato il pubblico di tutto il mondo.
Anche se la collaborazione tra Wilder e Brooks non è continuata nel corso del tempo, il loro lavoro insieme trova proprio in Mezzogiorno e mezzo di fuoco uno dei suoi momenti più fortunati, poco prima dell’insuperabile Frankenstein Jr.
Qualche giorno fa, presentando l’evento al Daily Beast, Brooks che ha compiuto da poco novanta anni ha ammesso, drammaticamente, che un film come ‘Mezzogiorno e mezzo di fuoco’ non verrebbe prodotto a Hollywood e che già allora era stato molto complicato farlo “Se avessi tenuto conto delle annotazioni dello Studio il film sarebbe durato 14 minuti. Mi hanno chiesto anche di sostituire l’attore nero che interpretata Black Bart in un bianco.”
Tra le tante rivelazioni una particolarmente interessante riguarda il fatto che doveva essere Dustin Hoffman il protagonista del suo esordio alla regia Per favore non toccate le vecchiette (The producers) e non Gene Wilder. Hoffman, infatti, annunciò a Brooks di non potere accettare la parte perché doveva girare il film che lo avrebbe reso una Star, ovvero Il Laureato. “Cosa! Gli ho urlato.” ricorda il regista “Non lavori con me per passare l’estate in un film dove passi il tempo a fare l’amore con l’amore della mia vita?” (Anne Bancroft, ovvero la Mrs. Robinson del film era moglie di Mel Brooks, n.d.r.) “Ottima scelta!”.
A proposito dell’evento del 1° settembre Brooks dice di sperare che il pubblico si mostri. “Quel teatro è più grande di alcune città del New England. Posso avere anche 2000 anni, ma vedo benissimo i posti vuoti.” conclude l’artista.
Forse, ammesso che ci sia davvero qualche posto lasciato vuoto, in una di quelle poltrone Brooks potrà scorgere il volto amico e sorridente di Gene Wilder, perché il destino dei comici può essere beffardo, ma le leggende come loro sono rese immortali dal Cinema.”
A proposito del suo amico e collaboratore scomparso Brooks ha scritto su Twitter: “Gene Wilder – Uno dei veri grandi talenti del nostro tempo. Ha benedetto ogni film che abbiamo fatto insieme con la sua ‘magia’ e ha benedetto me con la sua amicizia.”