"Solo per il Weekend", Gaioni porta in sala una Milano folle e grottesca | Giornale dello Spettacolo
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"Solo per il Weekend", Gaioni porta in sala una Milano folle e grottesca

Intervista al regista Gianfranco Gaioni (Director Kobayashi). Il 7 luglio esce nei cinema italiani la sua commedia, con Roja, Fresi, Inaudi, Gioli e Jake la Furia dei Club Dogo.

"Solo per il Weekend", Gaioni porta in sala una Milano folle e grottesca
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5 Luglio 2016 - 10.00


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di Claudia Sarritzu

Ha una bella voce Gianfranco Gaioni. Nelle interviste telefoniche per me la voce è tutto, sembra una banalità e invece è importante, perché non potendosi guardare negli occhi, non conta più solo quello che mi viene raccontato, è importante anche come mi viene detto, l’entusiasmo con cui vengono pronunciate le parole. L’emozione che mi viene trasmessa.

Gaioni (aka Director Kobayashi) sembra felice. E quando sei un’artista la felicità conta. Significa: umiltà, gratitudine, responsabilità, consapevolezza. Significa essere in pace col mondo, grato di essere fra quei pochi nell’universo che vivono quello che avevano sognato da bambini.

Il 7 luglio esce nelle sale italiane il suo film “Solo per il Weekend” che in seguito verrà trasmesso da Sky, che ha acquistato i diritti Pay TV.
Il film ha già ottenuto un buon successo di critica e pubblico alla prima mondiale al prestigioso World Film Festival di Montreal (Set 2015) e alla prima europea durante la Festa del Cinema di Roma (Ott 2015).
E’ interpretato da grandi attori del panorama nazionale come Alessandro Roja (Il Dandi di “Romanzo Criminale”), Stefano Fresi (“Smetto quando voglio”) e Francesca Inaudi (“Generazione Mille Euro”).
Ci sono anche volti nuovi, ma già affermati, come Matilde Gioli (recentemente a fianco di Fazio in Rischiatutto e scoperta da Paolo Virzì ne “Il Capitale Umano”) e la partecipazione straordinaria di Jake la Furia dei Club Dogo.

Il film è ambientato in una Milano delirante: il protagonista è scrittore/copywriter sull’orlo dell’esaurimento, abbandonato dalla moglie insoddisfatta e coinvolto da un bizzarro amico vegano in una serie di situazioni al limite del grottesco.

Gianfranco, perché un film così folle? Come ti è saltato in mente?
Quando ho cominciato a scrivere la sceneggiatura con Giacomo Berdini, volevamo solo fare una commedia psichedelica, ricca di azione e colpi di scena. La nostra ispirazione era semplice: il nostro passato lavoro in pubblicità… Inoltre ci piacciono gli stessi film, gli stessi libri, ma, più di tutto, odiamo le stesse cose!
Per questo abbiamo deciso di ambientare il film in un mondo sopra le righe, dove avremmo incluso solo gli elementi più folli della realtà. il risultato e’ una storia che parla di molti personaggi, che insieme rappresentano l‘attuale direzione di pazzia in cui stanno andando le nostre vite. La lista è lunga, come in un mazzo di tarocchi: il copy folle, il truffatore vegano, la maniaca del taser, la moglie insoddisfatta, la mistress universitaria, lo psichiatra pazzo, l‘avvocato, il capo coglione, il prete pervertito… un caleidoscopio di uomini e donne di ogni estrazione sociale. In questo strano mondo mi sono concentrato su dei momenti assurdi, che rappresentano benissimo la nostra normale vita di tutti i giorni. Spero che il risultato finale faccia ridere davvero, perché quando si va a vedere un film, ci si vuole divertire, ma spero anche che scoprirete, nascosta fra tutte le battute demenziali, una certa poesia che illumina temi universali.

Scommetto che ti piace “Una notte da leoni” (The Hangover) di Todd Phillips? Sì, mi piace quel clima di follia e assurdità, colpi di scena e leggerezza.

Leggendo la tua biografia, il tuo curriculum, che inizia alle elementari con una macchina da presa Super 8, ho capito che sei uno dei pochi che è ha liberato il proprio sogno dal cassetto e ha deciso di mettere tutte le sue energie per realizzarlo. Sei giovani e hai fatto già tantissime cose importanti: ti senti più bravo o più fortunato?
Credo che ci vogliano tanti ingredienti per realizzare un sogno, non solo impegno e bravura ma anche tanta fortuna. Essere nel posto giusto al momento giusto, ma anche saper ascoltare “i maestri” che incontri per strada, non voler mai smettere di imparare e di accettare consigli.

[i]Quando dico che ha fatto tante cose, va detto cosa.[/i]

Mi racconta in breve la sua storia. Nel 1993 crea alcune immagini ed animazioni digitali su uno dei primi personal computer Amiga. Nel 1995 si iscrive al corso di Disegno Industriale al Politecnico di Milano, ma lascia presto gli studi per dedicarsi alla sua
carriera di artista degli effetti speciali e all’amore per il cinema.
Infatti Gianfranco, a soli 21 anni, viene assunto da Digitalia Graphics, uno dei pochi studi di post produzione italiani, reso famoso dalle scene realizzate sul film “Nirvana” di Gabriele Salvatores. Nel 2003 Gianfranco fonda la sua prima casa di produzione a Milano: Abstract:Groove. Da lì inizia a occuparsi anche di
regia, montaggio, scrittura e produzione. Per quattro anni lavora su video musicali e fashion films per brand come Diesel, Enel, Gianfranco Ferrè, 55DSL, MTV, Gas Jeans, Replay e Morellato. Nel 2007 si trasferisce a Londra, alla ricerca di sfide internazionali e di nuove opportunità per la sua carriera di regista. Inizia la sua esperienza all’estero lavorando come VFX artist sui film “La Bussola d’oro” (grazie a cui il suo team vince l’Oscar Academy Award per i Migliori Effetti Speciali del 2008) e “Hellboy 2”. Contemporaneamente Gianfranco crea una campagna di marketing su se stesso, basata sulla sua nuova identità segreta: Director Kobayashi (se vi state chiedendo da dove venga questo nome, vi darò un’indizio: Keyser Söze). Grazie ai suoi primi progetti speculativi viene rappresentato da Stink Digital (Londra) e From A to Zed (Milano).
Nel 2009 Gianfranco torna a vivere a Boario Terme e fonda la casa di produzione Director Kobayashi srl.z Da quel momento Gianfranco inizia a dirigire e produrre spot pubblicitari, lungometraggi e video musicali internazionali e
italiani per brand come Sony, Universal, Unilever, Yamaha, Pampers, Ferrovie dello Stato, Toyota, Yamaha, ING Bank, Pespi, Spinning Records e moltissimi altri.

Domanda (ironica ma anche preoccupata): ma hai avuto un’adolescenza? Ti sei mai divertito?
(Ride) Ho perso alcune cose, sono uscito poco diciamo, ero un ragazzino di quelli un pochino sfigatelli, con pochi amici. Ero affascinato da questo mondo, e come per gli sportivi o in altre carriere devi impegnarti tantissimo, devi avere una grande passione, la bravura si può costruire con l’impegno, la passione invece devi averla, punto. Sono sempre alla ricerca di una perfezione che non raggiungo ovviamente e alla fine sono spesso insoddisfatto: finisco una cosa e già sto pensando a quella che farò dopo, voglio sempre migliorarmi.

E’ il momento della domanda banalissima: cosa consigli a un giovane con il tuo stesso sogno?
Sapere che non è semplice, quindi determinazione, provare, provare e riprovare. Oggi c’è la tecnologia che aiuta. Tutti possono fare un film anche con uno smartphone, ma a questo aspetto positivo se ne affianca uno negativo, c’è tanta concorrenza. Ma chi ha talento ed energia per non arrendersi alla fine oggi può essere notato più di ieri, anche grazie a strumenti come You Tube o Vimeo.

Come ho detto prima tu lavori molto nella pubblicità, la ami quanto il cinema?
Se potessi scegliere: cinema tutta la vita. Fare un film è un’emozione grandissima.

Allora buona fortuna Gianfranco. Chi vive con passione si merita di arrivare lontano.

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